La leggenda del Piave

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La leggenda del Piave
inno nazionale italiano (1943-1944)
Monumento a E. A. Mario a Santa Croce del Montello con la prima strofa della canzone
Dati generali
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Adozione 1943
Dismissione 1944
Lingue italiano
Componimento poetico
Autore E. A. Mario
Epoca giugno 1918[N 1]
Struttura
Strofe quattro strofe di tredici versi così composte:
Schema metrico abBacC DDEEFgf
Composizione musicale
Autore E. A. Mario
Epoca giugno 1918
Forma e stile
Sistema musica tonale
Tradizione canzone italiana
Metro 44
← Inno precedente Inno successivo →
Marcia reale
← 1943
Marcia reale
1944 →
Audio
(info file)

La leggenda del Piave (anche nota come Canzone del Piave, o Il Piave mormorava[1]) è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Fu composta nel giugno 1918 da Ermete Giovanni Gaeta.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il governo italiano l'adottò provvisoriamente come inno nazionale[2][3], poiché si pensò fosse giusto sostituire la Marcia reale[4] con un canto che ricordasse la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale[5]. La monarchia italiana era infatti compromessa con il regime fascista[6]. La leggenda del Piave ebbe dunque la funzione di inno nazionale italiano fino al 1944, quando fu reintrodotta la Marcia reale dopo il ritorno di re e governo nella Capitale liberata[7].


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  1. ^ Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Piero Giordana, Fratelli d'Italia: la vera storia dell'inno di Mameli, Milano, Mondadori, 2001, p. 61, ISBN 88-04-49985-0.
  2. ^ Maurizio Ridolfi, Una tradizione da reinventare, in Maurizio Ridolfi (a cura di), Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Mondadori, 2003, p. 166, ISBN 88-424-9499-2. URL consultato il 3 dicembre 2023.
  3. ^ Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Piero Giordana, Fratelli d'Italia: la vera storia dell'inno di Mameli, Milano, Mondadori, 2001, p. 70, ISBN 88-04-49985-0.
    «Il problema di darci un inno nazionale si pose già col governo Badoglio. C'era ancora sul trono Vittorio Emanuele III, e in seguito ci fu brevemente, da luogotenente e da re, suo figlio Umberto II, ma si sapeva che la sorte della monarchia doveva essere decisa dal popolo italiano, attraverso un referendum che avrebbe avuto il significato di un processo. Perciò, in quella fase transitoria, l'uso della Marcia reale nelle cerimonie pubbliche sarebbe apparso provocatorio. Il primo governo democratico diede perciò la direttiva di utilizzare La leggenda del Piave che evocava le atmosfere della guerra vittoriosa del 1915-18 e poteva dare la carica ai reparti dell'esercito, della marina e dell'aeronautica che si stavano faticosamente riorganizzando.»
  4. ^ E il ministro lodò il campano Giovanni Gaeta, su archiviostorico.corriere.it, corriere.it. URL consultato il 1º ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2015).
  5. ^ Quaderni del Bobbio n. 3 anno 2011: Rivista di approfondimento culturale dell'IIS "Bobbio" di Carignano, IIS "Bobbio" di Carignano. URL consultato il 24 maggio 2016.
  6. ^ Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, su books.google.it, Bruno Mondadori, 146-148. URL consultato il 28 novembre 2014.
  7. ^ DDL Riconoscimento della «canzone del Piave» come patrimonio storico e artistico della Nazione, su Senato.it. URL consultato il 9 ottobre 2022.

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