La legge di Ohm, nella forma comunemente usata in elettrotecnica, è una formula matematica che descrive la relazione di proporzionalità diretta tra la tensione elettrica (misurata in volt) applicata ai capi di un conduttore elettrico, e la corrente elettrica (espressa in ampere) che scorre nel conduttore stesso; essa deriva da evidenze empiriche ed è valida per molti materiali conduttori:[1]
dove è la resistenza elettrica (misurata in ohm), dovuta all'ostacolo che la corrente incontra nel suo percorso; quanto più è alta la resistenza del conduttore, tanto più difficile sarà per la corrente attraversare il conduttore stesso.
La legge di Ohm sopra espressa in forma globale viene espressa in forma locale e più fondamentale, quella più comune in fisica teorica e in particolare in elettrodinamica, come la relazione costitutiva lineare fra la velocità di deriva dei portatori di carica e il campo elettrico:
dove la costante di proporzionalità è la mobilità elettrica e il campo elettrico.
Oppure, moltiplicando entrambi i membri per la densità di carica elettrica , si ritrova la legge di Ohm espressa nella forma locale più consueta:
dove la costante di proporzionalità è la conducibilità elettrica. Si dimostra in questa voce l'equivalenza delle tre equazioni qui sopra riportate.
Il nome è dovuto al fisico tedesco Georg Ohm che, in un trattato pubblicato nel 1827, ispirandosi ad un'altra relazione costitutiva lineare, la legge di Fourier, descrisse il legame della corrente e della differenza di potenziale attraverso dei semplici circuiti con fili di diversa lunghezza.
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