Libertinismo

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Con il termine libertinismo si indicano comunemente tre fenomeni distinti:

  1. Libertinismo spirituale: un movimento settario interno al cristianesimo, con riferimenti a Gioacchino da Fiore, presente alle origini e durante la Riforma, che sosteneva che ai salvati è impossibile peccare e che dunque ogni comportamento è lecito. Calvino sferzò con questo epiteto ingiurioso gli anabattisti.[1]
  2. Libertinismo filosofico o libertinage érudit: un movimento filosofico, caratterizzato dalla riscoperta del pensiero dello Scetticismo greco (pirronismo) e da una rivalutazione del pensiero di Epicuro, che specula unicamente su basi razionali rifiutando qualsiasi tipo di Rivelazione, e quindi rifiuta qualsiasi morale che anziché sulla Ragione e sulla "Legge di Natura" si basi su precetti rivelati di qualsiasi tipo.
  3. Libertinismo sessuale: la caratterizzazione polemica da parte degli avversari del Libertinismo, cioè in genere di tutte le confessioni religiose, fu quella di descrivere il libertinismo come una teoria nata per giustificare le perversioni sessuali e l'immoralità.[2]

Questa critica ebbe un buon successo, come dimostra il fatto che nel linguaggio corrente "libertino" oggi è usato prevalentemente con quest'ultimo significato. Questa "controffensiva" fu peraltro capace di dar vita a personaggi artistici di grande rilievo, come per esempio il Don Giovanni. Tipici esponenti furono Giacomo Casanova e il Marchese de Sade. Anche nell'uso comune la parola libertino è rimasta ad indicare un "donnaiolo" o una persona dai comportamenti trasgressivi.

  1. ^ G. Calvino, Contro la setta fantastica dei libertini spirituali (1545) in G. Calvino, Opere scelte. Vol. 2: Contro i nicodemiti, gli anabattisti e i libertini., a cura di L. Ronchi De Michelis, Editore Claudiana, 2006.
  2. ^ «Molto più tardi si chiamarono libertini coloro i quali pretendevano di aver liberato i propri pensieri. Presto quel bel titolo venne riservato a coloro che non conoscevano catene nell'ordine dei costumi. Più tardi ancora, la libertà divenne un ideale, un mito, un fermento...» (Paul Valéry, Fluctuations sur la liberté, in Regards sur le monde actuel, in Oeuvres, Gallimard (Coll. «Pléiade»), Paris 1960, t. II, pp. 960-961).

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