Licantropo

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Lupo mannaro di Lucas Cranach il vecchio, 1512 circa, incisione, Gotha, Herzogliches Museum.

Il licantropo, (dal greco λúkος, lýkos «lupo» e ἄνθρωπος ánthropos «umano» quindi letteralmente: «lupo-umano») detto anche lupo mannaro o uomo lupo, è una creatura leggendaria della mitologia e del folclore poi divenuta tipica della letteratura e del cinema dell'orrore.

Secondo la leggenda sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio, sebbene ci siano casi in cui la trasformazione è volontaria.

La forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso, la volpe (Kitsune), il bue (Erchitu) o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa, e nella cinematografia dell'orrore, sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Alcuni credevano che uccidendo il lupo prima della prima trasformazione la maledizione venisse infranta.

Nella letteratura medica, con il termine licantropia clinica è stata descritta una rara sindrome psichiatrica che avrebbe colpito le persone, facendo sì che assumessero atteggiamenti da lupo durante particolari condizioni (come le notti di luna piena). In modo analogo un licantropo era semplicemente una persona affetta da questo disturbo ed è con questo unico significato che la voce è riportata su alcuni importanti dizionari della lingua italiana.[1][2] In tempi recenti, l'esistenza di tale disturbo è stata considerata rarissima[3].

  1. ^ Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Dizionario della lingua italiana, Firenze, Le Monnier, 1971.
  2. ^ Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, 11ª ed., Bologna, Zanichelli, 1988.
  3. ^ Mario Vinattieri, Dizionario di psichiatria e psicoanalisi, Firenze, Sansoni, 1986.

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