Lingua cassita

La lingua cassita era la lingua parlata dai Cassiti, popolazione del Vicino Oriente antico vissuta nei monti Zagros e nella Bassa Mesopotamia approssimativamente dal XVIII al IV secolo a.C. Una dinastia cassita governò la Babilonia dal XVI al XII secolo a.C., quando venne rovesciata da una campagna condotta dagli Elamiti. Poiché durante il periodo cassita di Babilonia nei testi scritti vennero utilizzate principalmente la lingua accadica, parlata dai nativi babilonesi e usata soprattutto per le transazioni economiche, e la lingua sumera, attestata come lingua liturgica e solenne per le iscrizioni monumentali, sono sopravvissute pochissime attestazioni della lingua cassita.

Proprio in virtù di questa scarsità di testimonianze la lingua cassita è difficilmente classificabile, sebbene sia molto probabile che essa non sia una lingua semitica; infatti, è stata talvolta accostata al ceppo hurro-urarteo. Rimane tuttavia questa affiliazione incerta e nel corso degli anni ha generato una vasta gamma di speculazioni, fino a collegarla al sanscrito.[1] Allo stato, comunque, è classificata come lingua isolata, cioè senza relazioni attestate con altre famiglie linguistiche.

  1. ^ Pinches, T. G. “The Question of the Kassite Language.” Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland, 1907, pp. 685–685

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