Liscivia

La liscìvia, popolarmente detta liscìva, regionalmente nota anche come liscìa (siciliano) e lìscia (sardo gallurese e veneto)[1], sinonimo di ranno (termine usato soprattutto in Toscana, Lazio e altre zone dell'Italia centrale)[2] e cenerata, è una soluzione alcalina contenente idrossido di sodio (soda caustica) o idrossido di potassio (potassa caustica) nella misura di circa il 33%. Più tecnicamente è detta liscivia caustica, o liscivia dei saponi.

Può consistere anche in una miscela di carbonato di sodio (soda) e sapone con eventuale aggiunta di perborato di sodio o perossido di sodio (liscivia detersiva o da bucato).[1]

Nell'uso comune il termine liscivia indica una soluzione acquosa carbonata con potere sgrassante e sbiancante, usata come detergente per il bucato prima dell'avvento e diffusione dei moderni detersivi e macchine lavabiancheria. Si ottiene miscelando cinque parti di acqua bollente a una parte di cenere di legno setacciata, per estrarre il carbonato di sodio e di potassio che la cenere contiene, e filtrando il tutto.[1]

  1. ^ a b c liscivia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ ranno, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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