Lucia di Lammermoor

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Lucia di Lammermoor
Copertina del libretto[1]
Lingua originaleitaliano
GenereTragedia lirica
MusicaGaetano Donizetti
(partitura online)
LibrettoSalvadore Cammarano
(libretto online)
Fonti letterarieLa sposa di Lammermoor di Walter Scott (1819)
Attidue parti e tre atti
Epoca di composizionegiugno - 6 luglio 1835
Prima rappr.26 settembre 1835
TeatroTeatro di San Carlo, Napoli
Versioni successive
  • Théâtre de la Renaissance, Parigi, 6 agosto 1839
Personaggi
Autografoproprietà del Comune di Bergamo (manoscritto online)

Lucia di Lammermoor è un'opera in tre atti di Gaetano Donizetti su libretto di Salvadore Cammarano, tratto da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott. È la più famosa tra le opere serie di Donizetti. I numeri musicali più celebri dell'opera sono il duetto nel finale della prima parte, il vibrante sestetto Chi mi frena in tal momento?, la celebre scena della pazzia di Lucia, e la cabaletta finale Tu che a Dio spiegasti l'ali, considerata uno dei più bei pezzi d'opera tenorili.

La prima assoluta ebbe luogo con grande successo al Real teatro di San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835: nei ruoli dei protagonisti figuravano Fanny Tacchinardi (Lucia), Gilbert Duprez (Edgardo) e Domenico Cosselli (Enrico). Il compositore dopo la prima napoletana, scrisse al suo editore Ricordi:

«Lucia di Lammermoor andò, e permetti che amichevolmente mi vergogni e ti dica la verità. Ha piaciuto e piaciuto assai. Per molte volte fui chiamato fuori e ben molte anche i cantanti. Ogni pezzo fu ascoltato con religioso silenzio e da spontanei evviva festeggiato[2]

Dopo la prima napoletana, Donizetti autorizzò numerose variazioni per le esecuzioni in altri teatri, allo scopo di venire incontro alle esigenze delle cantanti.

Particolarmente rilevante è però, l'edizione creata per la prima rappresentazione francese, a Parigi, in lingua, intitolata Lucie de Lammermoor, che presenta numerose differenze rispetto alla versione italiana.

  1. ^ editore Attilio Barion Sesto San Giovanni - Milano, 1926
  2. ^ William Ashbrook, Donizetti. La vita, EDT, Torino, 1986, p. 88.

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