Magiarizzazione

I magiari nel Regno d'Ungheria, secondo il censimento del 1890

Con il termine magiarizzazione si intende la politica di assimilazione culturale adottata dalle autorità del Regno d'Ungheria nella seconda metà del XIX secolo fino al 1918, anno del collasso dell'Impero austro-ungarico a seguito della prima guerra mondiale. Tale politica mirava a imporre o a mantenere l'egemonia della lingua e della cultura ungheresi in tutto il regno, anche presso gruppi etnici non magiari e a stabilire l'identità nazionale magiara come identità nazionale di tutto il regno.

Per la prima volta i diritti delle minoranze etniche furono riconosciute dal Parlamento ungherese nel 1849 ed entrarono a far parte della legislazione austriaca nel 1867. [1]

Dopo il compromesso austro-ungherese (Ausgleich) del 1867 le autorità ungheresi insistettero perché il Regno d'Ungheria fosse magiaro nello spirito, nelle istituzioni e nella lingua. Le proposte contrarie o gli appelli alla legge sulle nazionalità, trovarono derisione e furono ignorati. In spregio alla legge, l'uso delle altre lingue fu bandito quasi totalmente dalla pubblica amministrazione e dalla giustizia. La lingua ungherese fu di gran lunga sovrarappresentata nelle scuole elementari e adottata da quasi tutte le scuole superiori.[2]

Alla fine del XIX secolo, l'apparato statale era interamente di lingua ungherese, così come era ungherese la lingua dell'economia e della vita sociale in tutti i livelli, escluso il più basso. La percentuale della popolazione di madrelingua ungherese crebbe dal 46,6 % del 1880 al 54,5 % del 1910. Nelle città quasi tutti gli ebrei e i tedeschi appartenenti alla piccola borghesia e molti degli slovacchi, dei rumeni e degli ucraini della classe media furono magiarizzati.[2]

In ogni caso, la magiarizzazione incise più fortemente nella parte centrale del Regno d'Ungheria (corrispondente all'attuale Repubblica d'Ungheria) e verso la classe media, che aveva accesso all'istruzione; fu agevolata anche da un processo di urbanizzazione e di industrializzazione. Riuscì meno verso la popolazione rurale della periferia, sicché i confini linguistici non variarono molto rispetto a quelli di un secolo prima.[2]

Il processo di magiarizzazione continuò anche dopo il trattato del Trianon. I diritti politici e culturali concessi alle pochissime minoranze etniche rimaste in Ungheria nel periodo fra le due guerre mondiali furono molto più scarsi di quelli previsti negli altri stati dell'Europa centro-orientale,[3] dove invece le minoranze etniche erano molto più numerose.

  1. ^ (EN) A. A. Gadwal, Human Rights of the Minorities, Raleigh, NC, Lulu, 2021, p. 24
  2. ^ a b c (EN) Hungary - Social and economic developments, in Enciclopedia Britannica, ultimo accesso: 20 maggio 2008
  3. ^ (EN) Joseph Rothschild, East Central Europe between the two World Wars, University of Washington Press, 1974, p. 193.

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