Malattia di Chagas

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Malattia di Chagas
Tripomastigote di T. cruzi nel sangue periferico (Fonte: CDC)
Specialitàinfettivologia e parassitologia
EziologiaTrypanosoma cruzi
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD014355
MedlinePlus001372
eMedicine214581
Sinonimi
Tripanosomiasi americana
Eponimi
Carlos Chagas

La malattia di Chagas, nota anche come tripanosomiasi americana, è una malattia infettiva. Appartenente alla categoria delle parassitosi, presenta forme cliniche acute e forme croniche, ed è causata dal protozoo Trypanosoma cruzi. Il serbatoio del parassita sono gli individui infettati cronicamente. I vettori sono cimici ematofaghe di generi diversi.[1]

Si trasmette principalmente per mezzo di insetti noti come Triatominae.[1] I sintomi cambiano nel corso dell'infezione. Nella fase iniziale, generalmente essi non sono presenti o si rivelano lievi, come febbre, ingrossamento dei linfonodi, mal di testa e gonfiore locale sul sito di puntura.[1] Dopo 8-12 settimane, gli individui entrano nella fase cronica della malattia e nel 60%-70% non si presentano altri sintomi.[2][3] Nel restante 30%-40% si sviluppano ulteriori sintomi in un periodo tra i 10 e i 30 anni dopo l'infezione iniziale,[3] compreso l'allargamento dei ventricoli del cuore nel 20%-30% dei casi, portando a insufficienza cardiaca.[1] Nel 10% dei pazienti si può osservare anche un allargamento dell'esofago o del colon.[1]

T. cruzi è comunemente diffuso tra gli esseri umani e gli altri mammiferi attraverso ematofagia di insetti succhiatori sottofamiglia delle Triatominae.[4] Questi insetti sono conosciuti anche con un certo numero di nomi locali, tra cui: vinchuca in Argentina, Bolivia, Cile e Paraguay, barbeiro (barbiere) in Brasile, pito in Colombia, chinche in America centrale e chipo in Venezuela.[5] La malattia può essere trasmessa anche attraverso le trasfusioni di sangue, i trapianti di organi, l'alimentarsi con cibo contaminato dai parassiti e per trasmissione verticale (da una madre al feto).[1] La diagnosi precoce della malattia consiste nel trovare il parassita nel sangue utilizzando un microscopio.[3] La malattia cronica viene diagnosticata grazie alla ricerca di anticorpi per T. cruzi nel sangue.[3]

La prevenzione consiste principalmente nell'eliminazione dell'insetto e nell'evitare la puntura.[1] Altri interventi di prevenzione includono lo screening del sangue utilizzato per le trasfusioni.[1] Al 2015, un vaccino non è ancora stato sviluppato.[1] Le infezioni precoci sono curabili con il farmaco benzindazole o con il nifurtimox.[1] Il trattamento farmacologico si traduce quasi sempre in una guarigione, se somministrato precocemente, ma diventa sempre meno efficace con lo svilupparsi dall'infezione.[1] Quando i farmaci vengono utilizzati durante la fase di malattia cronica, essi possono ritardare o impedire lo sviluppo dei sintomi iniziali.[1] Il benznidazole e il nifurtimox possono causare effetti collaterali temporanei nel 40% dei casi[1], tra cui disturbi della cute, tossicità al cervello e irritazioni dell'apparato digerente.[2][6][7]

Si stima che, nel 2015, da 7 a 8 milioni di persone, per lo più residenti in Messico, America centrale e Sud America, abbiano la malattia di Chagas.[1] Nel 2006, è stato calcolato che la condizione provochi 12 500 morti l'anno.[1] La maggior parte delle persone con la malattia appartengono a una fascia povera della popolazione[2] e la maggior parte di essi non si rende nemmeno conto di essere infetto.[8] Gli spostamenti della popolazione su larga scala hanno incrementato le aree geografiche in cui la malattia di Chagas si può trovare e includendo molti paesi europei e gli Stati Uniti.[1] Queste aree hanno visto un aumento dei casi negli anni.[9].

La malattia è stata descritta per la prima volta nel 1909 da Carlos Chagas, da cui prese il nome[1], e colpisce più di 150 specie animali.[2]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Chagas disease (American trypanosomiasis) Fact sheet N°340, su World Health Organization, marzo 2013. URL consultato il 23 febbraio 2014.
  2. ^ a b c d Rassi A, Rassi A, Marin-Neto JA, Chagas disease, in Lancet, vol. 375, n. 9723, aprile 2010, pp. 1388-402, DOI:10.1016/S0140-6736(10)60061-X, PMID 20399979.
  3. ^ a b c d Rassi A Jr, Rassi A, Marcondes de Rezende J, American trypanosomiasis (Chagas disease), in Infectious disease clinics of North America, vol. 26, n. 2, giugno 2012, pp. 275-91, DOI:10.1016/j.idc.2012.03.002, PMID 22632639.
  4. ^ DPDx – Trypanosomiasis, American. Fact Sheet, su cdc.gov, Centers for Disease Control (CDC). URL consultato il 12 maggio 2010.
  5. ^ Maudlin I, Holmes PH, Miles MA (a cura di), The Trypanosomiases, Wallingford, CAB International, 2004, p. 184, ISBN 978-0-85199-034-7.
  6. ^ Bern C, Montgomery SP, Herwaldt BL, etal, Evaluation and treatment of chagas disease in the United States: a systematic review, in JAMA, vol. 298, n. 18, novembre 2007, pp. 2171-81, DOI:10.1001/jama.298.18.2171, PMID 18000201.
  7. ^ Rassi A, Dias JC, Marin-Neto JA, Rassi A, Challenges and opportunities for primary, secondary, and tertiary prevention of Chagas' disease, in Heart, vol. 95, n. 7, aprile 2009, pp. 524-34, DOI:10.1136/hrt.2008.159624, PMID 19131444.
  8. ^ Capinera JL (a cura di), Encyclopedia of entomology, 2nd, Dordrecht, Springer, 2008, p. 824, ISBN 978-1-4020-6242-1.
  9. ^ Bonney KM, Chagas disease in the 21st Century: a public health success or an emerging threat?, in Parasite, vol. 21, 2014, p. 11, DOI:10.1051/parasite/2014012, PMC 3952655, PMID 24626257.

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