Manifattura

Manifattura di Birmingham intorno al 1800

Oggi si indicano con l'espressione manifattura i processi che costituiscono le fasi della produzione industriale di manufatti materiali cioè tangibili, il luogo in cui si eseguono produzioni del settore secondario dell'economia; manifatturiera è l'azienda che li esegue. Esempio: una manifattura di elettrodomestici, una manifattura di giocattoli, ecc.

Secondo l'uso degli storici, invece, con essa si indica un tipo di impresa di trasformazione intermedia fra la fase artigianale propriamente detta e quella industriale. La manifattura è già un'impresa capitalistica, in quanto il proprietario è un investitore che non partecipa alla lavorazione, e da questo dipendono centinaia, talvolta migliaia, di lavoratori. Non è, tuttavia, ancora un'industria, dal momento che non utilizza motori termici, né tanto meno elettrici[1].

Si tratta di stabilimenti in cui i lavori vengono ancora svolti a mano, ma secondo criteri industriali come quelli della produzione in serie e della divisione dei compiti. Il settore delle costruzioni (edilizia e impiantistica) solitamente non lo si assimila alla manifattura, nonostante sia caratterizzato da produzione tangibile.

Ancora oggi, in senso lato, la parola può indicare oggetti fatti a mano da artigiani. Per esempio in Valle d'Aosta sono famose le manifatture in legno e in Sardegna o in Sicilia le manifatture dolciarie.

  1. ^ F. Braudel, Civiltà materiale, economia e capitalismo, II, I giochi dello scambio, Torino, Einaudi Editore, 1981-82, pp. 321-327.

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