La mano invisibile è una metafora che si crede, in genere, creata dall'economista Adam Smith per rappresentare il ruolo della Provvidenza (in qualche modo immanente), per virtù della quale all'interno del libero mercato la ricerca egoistica del proprio interesse, che è favorevole non soltanto a se stessi, ma anche all'interesse dell'intera società, porta l'intero sistema economico al cosiddetto equilibrio economico generale.[1][2] In realtà il concetto, e la stessa metafora della 'mano' è presente già nell'economista napoletano Ferdinando Galiani: "Benedico al contrario la suprema Mano, ognora che contemplo l’ordine, con cui il tutto è a nostra utilitá costituito; e nelle opere sue, ovunque io mi rivolga, non incontro altro che giustizia ed egualitá" (Della moneta, 1751, capo III).
Successivamente, dopo Léon Walras e Vilfredo Pareto, è stata normalmente intesa come metafora dei meccanismi economici che regolano l'economia di mercato in modo tale da garantire che il comportamento dei singoli consumatori e imprenditori, teso alla ricerca della massima soddisfazione individuale, conduca al benessere dell'intera società, attraverso il soddisfacimento dei propri desideri personali. Adam Smith si pose questo problema proprio per capire come funzionava il mercato
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