Marchese de Sade

«Sfortunatamente devo descrivere due libertini; aspettati perciò particolari osceni, e scusami se non li taccio. Ignoro l'arte di dipingere senza colori; quando il vizio si trova alla portata del mio pennello, lo traccio con tutte le sue tinte, tanto meglio se rivoltanti; offrirle con tratto gentile è farlo amare, e tale proposito è lontano dalla mia mente.»

Donatien-Alphonse-François de Sade
Ritratto di D.A.F. de Sade a circa 20 anni di età, opera di Charles Amédée Philippe van Loo. Si tratta dell'unico ritratto contemporaneo.
Conte e Marchese de Sade
Stemma
Stemma
In carica24 gennaio 1767 –
1800[1]
PredecessoreJean-Baptiste de Sade
SuccessoreLouis-Marie de Sade
Nome completoDonatien-Alphonse-François de Sade, Marchese de Sade
D.A.F. de Sade (dal 1800)
Louis Sade (nome da cittadino comune dal 1792)
TrattamentoSua Eccellenza
Altri titoliSignore di Saumane, di La Coste e di Mazan
NascitaParigi, 2 giugno 1740
MorteCharenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814 (74 anni)
Luogo di sepolturacimitero dell'ospizio di Charenton
Dinastiade Sade
PadreJean-Baptiste de Sade
MadreMarie Eleonore de Maille de Carman
ConsorteRenée-Pélagie de Sade
FigliLouis-Marie de Sade
Donatien-Claude-Armand de Sade
Armand de Sade
Madeleine-Laure de Sade
ReligioneAteismo
oppure
Gnosticismo/malteismo (secondo J.K. Huysmans, Barbey d'Aurevilly, I. Bloch, M. Onfray e altri)
MottoOpinione de Sado[2]

Donatien-Alphonse-François de Sade, signore di Saumane, di La Coste e di Mazan, marchese e conte de Sade - pronuncia francese [dɔna'sjɛ̃ al'fɔ̃s frɑ̃'swa də sad] - conosciuto comunemente come Marchese de Sade ma anche come D.A.F. de Sade e soprannominato Divin marchese (Parigi, 2 giugno 1740Charenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814), è stato uno scrittore, filosofo, drammaturgo, poeta, nobile, politico e rivoluzionario francese, delegato di sezione alla tribuna della Convenzione nazionale; è noto per le numerose opere letterarie a tema libertino e gotico-horror, incentrate su una commistione di violenza spesso estrema (stupri, orge, omicidi, crudeltà) e sessualità solitamente deviata, feticista e con esiti a volte grotteschi e surreali. Il suo nome è all'origine del termine sadismo, cioè il piacere di causare dolore e sofferenza, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, quelli che saranno chiamati appunto "sadici", oltre che su scene di esplicita violenza e tortura, ma anche sui temi filosofici della ricerca del piacere, consistente nel soddisfare gli istinti naturali (in Sade spesso derivanti dall'esercitare la crudeltà a fini sessuali). Nota è anche la difesa dell'ateismo e il rifiuto verso ogni forma di autorità costituita.

Assieme a Leopold von Sacher-Masoch (da cui masochismo), il nome di Sade ha dato origine alla parola sadomasochismo, associata spesso ai suoi romanzi.[3] Le sue idee e opere lo hanno fatto considerare un esponente dell'ala estremista del libertinismo, nonché dell'Illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale.

Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, a partire dal 1800 e fino alla morte quattordici anni dopo, rinunciò a ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente «D.-A.-F. Sade». Per il periodo rivoluzionario utilizzò anche lo pseudonimo Louis Sade. Fu autore di tutta una serie di classici della letteratura erotica, drammi teatrali, testi vari e saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione.

Sade passò molti anni in manicomio verso la fine della vita, forse affetto da una forma di quello che poi si chiamerà disturbo borderline di personalità e comportamenti sporadicamente antisociali.[4][5]

Durante la sua vita venne accusato (con l'assenso della sua famiglia, specie della suocera) di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, di sodomia, di tortura, di tentativi di avvelenamento e condotta immorale (legati alle vicende dette "affare di Arcueil" o caso di Rose Keller, e "affare di Marsiglia"), ma venne riconosciuto, dopo essere stato condannato a morte in contumacia in primo grado, assolto in appello (verdetto annullato), colpevole solo di "libertinaggio" (cioè condotta sessuale illegale e sconveniente) e produzione di materiale pornografico in seguito. Fu perseguitato prima dal regime monarchico, poi, in quanto nobile, dalla Rivoluzione francese (alla quale aveva aderito) e infine anche dal governo napoleonico in quanto inviso come autore al Bonaparte in persona.

Passò molti anni della sua vita, come detto, a causa di una lettre de cachet ottenuta dalla suocera da parte del re Luigi XVI e di varie disposizioni successive, ma senza sentenza penale, prima in carcere - tra cui alla Bastiglia per qualche anno - e poi all'"albergo dei pazzi" di Charenton, su ordine del prefetto, dove scrisse molte delle sue opere più celebri. Per molto tempo ritenuto solo un autore immorale o di scarso valore, è stato riscoperto e rivalutato all'inizio del XX secolo, per opera del surrealismo, della psicoanalisi e dell'esistenzialismo.[6]

  1. ^ Anno di rinuncia al titolo in favore del figlio maggiore émigré che morì nel 1809. Il successore fu il fratello, divenuto il maggiore superstite; di fatto i titoli nobiliari in Francia furono aboliti nel 1792 e ripristinati nel 1814.
  2. ^ Maurice Lever, Donatien-Alphonse-François Marquis de Sade, Fayard, 2003
  3. ^ Marta Sambugar, Gabriella Salà - Letteratura italiana ed europea modulare, vol I, pag. 65, "Il romanzo del Settecento"
  4. ^ Marquis de Sade
  5. ^ The Psychopath's Brain
  6. ^ Introduzione a La filosofia del boudoir, edizione Garzanti, 2004: «Confinata nell'oblio per più di un secolo, per l'argomento scabroso e il linguaggio ardito, la controversa opera di Sade è stata riscoperta nel Novecento e indagata con nuovi strumenti filosofici-letterari e soprattutto psicologici».

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search