Marina militare romana

Marina militare romana
Denario raffigurante Numa Pompilio al dritto e una prua di nave al rovescio. Coniata in Grecia intorno al 48/49 a.C. (dopo la fuga di Pompeo da Roma).
Descrizione generale
Attiva303 a.C. - 476 d.C.
NazioneRepubblica romana, poi Impero romano
Tipoforza armata navale
Dimensione40 000[1] / 64 000[2] classiarii
Variabile numero di legionari imbarcati
Guarnigione/QGMiseno (Classis Misenensis), Classe (Classis Ravennatis), Forum Iulii (Gallia Narbonense), Gesoriacum (Britannia), Castra Vetera-Colonia Agrippina (Germania superiore e inferiore), Aquincum (Pannonie), Sexaginta Prista-Noviodunum (Mesie), Trapezus (Ponto Eusino), Alexandria (Egitto).
PatronoNettuno dio del mare
Battaglie/guerre
Anniversari21 aprile
DecorazioniDona militaria
Onori di battagliaTrionfo,
Ovatio,
Spolia opima,
Cognomina ex virtute
Parte di
Esercito romano
Comandanti
Comandante attualePraefectus classis Misenis
Praefectus classis Ravennatis
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La marina militare romana (in latino classis), pur nascendo durante la prima guerra punica, cominciò a operare in modo permanente nel mar Mediterraneo e sui principali fiumi dell'Impero romano solo con l'avvento del principato di Augusto, fino a tutto il V secolo.

Anche se la marina militare fu fondamentale per la conquista romana del bacino del Mediterraneo, non godette mai del prestigio delle legioni romane. Nel corso della loro storia, i Romani rimasero principalmente ancorati alle truppe di terra, apprendendo invece da Cartaginesi, Greci ed Egizi l'arte del costruire le navi. Forse a causa di ciò la marina militare non fu mai del tutto assimilata dalla Repubblica romana.[3] Nell'antichità, le marine militari o le flotte commerciali non avevano quell'autonomia logistica che oggi hanno invece le navi o le flotte moderne. A differenza delle moderne forze navali la marina romana, anche al suo apice, non ebbe mai un servizio autonomo; al contrario venne gestita come trasporto e completamento dell'esercito romano "di terra".

Nel corso della prima guerra punica la flotta romana fu ampliata in modo estremamente massiccio e svolse un ruolo fondamentale nella vittoria romana della guerra e per la successiva conquista ed egemonia del Mediterraneo da parte della Repubblica romana. Nel corso poi della prima metà del II secolo a.C. Roma continuò a guerreggiare con Cartagine (fino alla sua distruzione) e soggiogare i regni ellenistici del Mediterraneo orientale, raggiungendo la completa egemonia del mar Mediterraneo (mare internum nostrum).[4] Le flotte romane tornarono a ricoprire un ruolo di primo piano nel I secolo a.C., quando Gneo Pompeo Magno combatté i pirati (67 a.C.) e, ancora, durante le guerre civili che portarono alla caduta della Repubblica, e all'istituzione dell'impero romano con Ottaviano Augusto (battaglia di Azio del 31 a.C.).

Durante il periodo imperiale il Mediterraneo divenne una sorta di "lago romano", in assenza di un nemico marittimo, tanto che il ruolo della marina fu ridotto per lo più al semplice pattugliamento, con lo scopo di tutelare commerci e trasporti marittimi.[5] Ai margini dell'Impero, tuttavia, a supporto di nuove conquiste territoriali, le flotte romane continuarono a essere impiegate in guerra (per esempio durante la conquista della Germania o della Britannia). Il declino dell'impero nel III secolo, a causa dell'inizio delle invasioni barbariche, ebbe però una pesante ripercussione sulla marina, che fu notevolmente ridotta sia nei suoi effettivi, sia nelle sue capacità di combattimento. Agli inizi del V secolo le frontiere romane furono, infine, pesantemente sfondate, e i regni romano-barbarici apparvero sulle rive del Mediterraneo occidentale. Il regno vandalo riuscì poi nell'impresa, una volta costituita una propria flotta, di saccheggiare numerose province del mar Tirreno e la stessa Roma, mentre le flotte romane avevano diminuito la loro consistenza, tanto da risultare di scarsa resistenza. E se l'Impero romano d'Occidente crollò alla fine del V secolo, la marina militare romana d'Oriente continuò a esistere nell'Impero bizantino per quasi altri dieci secoli.

  1. ^ Le Bohec 1993, pp. 34-36.
  2. ^ Treadgold, p. 195.
  3. ^ Potter, pp. 77-78.
  4. ^ Una volta conquistati tutti i territori che si affacciavano sul Mediterraneo, Roma chiamò questo mare anche mare internum nostrum, a testimonianza del fatto che rappresentava ormai un bacino "interno-racchiuso" tra i domini romani.
  5. ^ Vedi immagine anche nel paragrafo "Flotte alto imperiali".

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