Mastodonte di Mombercelli

Il mastodonte di Mombercelli è lo scheletro fossilizzato di un proboscidato, l'Anancus arvernensis, vissuto nel Pliocene, circa 4 milioni di anni fa, ritrovato nella frazione Roeto del comune di Mombercelli, in provincia di Asti.
Si tratta di un esemplare vissuto nel Pliocene, in condizioni climatiche di tipo tropicale e in ambiente marittimo.
Era alto all'incirca 2 metri e lungo 4 metri, con grandi zampe che gli permettevano di camminare in terreni paludosi. Si trattava di un esemplare di dimensioni piuttosto piccole, motivo per cui alcuni ricercatori pensano fosse una femmina o un esemplare di giovane età. Quest'ultima ipotesi è meno frequentemente accettata, in quanto la dentatura risulta completa.

L'animale era dotato di zanne, ovvero di incisivi superiori, diritte (anancus significa infatti senza curva) che raggiungevano tre metri e 45 centimetri di lunghezza. Le zanne avevano funzione difensiva ma servivano anche per procurarsi il cibo; l'anarcus avernensis inforcava con esse grandi quantità di vegetali che venivano afferrate con la proboscide e infilate nella bocca.

Il fossile presenta incisivi usurati, la cui lunghezza attuale è di 94 centimetri per una zanna e di 32 centimetri per l'altra.

Aveva una corona dentale bassa, perché si nutriva esclusivamente di sostanze tenere come i germogli.

La forma del cranio è, ad oggi, oggetto di discussione da parte degli studiosi. Alcuni sostengono che fosse uguale a quello dell'elefante attuale e altri che fosse completamente diverso. Anche sul probabile colore sono state avanzate ipotesi di vario tipo, ma non si possiede alcuna certezza in merito.

Il Mastodonte era la preda preferita di un animale chiamato omoterio (homotherium) dalle dimensioni leggermente superiori a quelle di un leone.

I resti dell'animale si trovano attualmente presso il vecchio Museo Paleontologico di Torino.


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