Monetazione di Capua

Oncia
Busto di Diana, arco e faretra sopra la spalla sinistra. Cinghiale a destra; in alto punto (indicazione di valore). In esergo (KAPU) alfabeto osco.
Æ, 7,09 esemplare falso

La monetazione di Capua riguarda le monete coniate nella antica Capua, città della Campania antica, corrispondente all'attuale Santa Maria Capua Vetere. La città si trovava sulla via Appia ed era la più importante della zona, probabilmente il più grande centro nella penisola italiana dopo Roma.

Durante la seconda guerra punica, nel 216 a.C. dopo la battaglia di Canne, la città scelse di passare dalla parte dei Cartaginesi. È in questo periodo che furono coniate le monete che recano il nome della città, KAPU, con lettere dell'alfabeto osco e con scrittura retrograda.

Dopo la partenza di Annibale, la città tornò a essere occupata dai Romani, cessando definitivamente di coniare e usando in seguito la monetazione romana, incentrata sul denario.

Capua, a differenza di altre comunità della zona, non aveva in precedenza emesso moneta, perché, dopo la sua deditio a Roma nel 343 a.C., per difendersi dai Sanniti, era divenuta a tutti gli effetti romana e quindi non usava monete proprie.

Tradizionalmente i numismatici trattano le monete di Capua nell'ambito della monetazione greca.[1]

  1. ^ Eckhel: Doctrina numorum veterum.

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