Montagna

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L'Everest, la montagna più alta al mondo (versante cinese-tibetano)

Una montagna è un rilievo della superficie terrestre che si estende sopra il terreno circostante con una certa altezza, prominenza ed isolamento topografico. Esistono varie convenzioni per ciò che concerne l'altezza al sopra della quale si parla di montagna e non di collina; d'ordinario si definisce montagna un rilievo che supera i i 400 - 500[1] o, secondo altre convenzioni, i 600 -700[2] metri sul livello del mare (s.l.m.), ma solo quando il suo aspetto è, almeno parzialmente, impervio.

Si deve però tenere presente che la toponomastica non sempre segue le definizioni convenzionali sopra citate: seguendo l'etimo latino mons, la parola "monte" è usata, indipendentemente dalla sua altezza assoluta, quando un rilievo presenta un dislivello notevole dal terreno circostante (prominenza topografica), quando la sua forma evoca la vicinanza al cielo, quando alcuni versanti risultano inaccessibili per la presenza di alte rupi[3]. La legislazione italiana, dopo l'abrogazione della legge del 1952 e di quella del 1971, non definisce l'altezza che distingue colline e montagne[4]; così pure a livello di Unione europea non esiste una definizione convenzionale legale[5].

Per analogia, si parla di montagna anche riferendosi ai rilievi che si incontrano sugli altri pianeti o sui loro satelliti.

  1. ^ Roberto Almagia, Piero Benedetti, Montagna, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934. URL consultato il 13 marzo 2024.
  2. ^ Umberto Solimene e Per-Olof Åstrand, Montagna, su treccani.it, 2000. URL consultato il 6 maggio 2018.
  3. ^ * Umberto Bosco, Lessico universale italiano, volume 14, voce Montagna (p. 179), Istituto della Enciclopedia italiana, 1968.
  4. ^ Le definizioni abrogate erano contenute nelle seguenti leggi: Le normative relative alla definizione di montagna sono state riformulate con le leggi seguenti:
    • Legge 8 giugno 1990 - n. 142;
    • Legge 3 gennaio 1994 - n. 97.

    Le leggi del 1952 e del 1971 definivano "montagna" i territori comunali aventi contemporaneamente tre caratteristiche: almeno l'80% della loro superficie al di sopra dei 600 metri sul livello del mare; dislivello tra la quota altimetrica più alta e la quota più bassa non superiore a 600 metri; un certo reddito medio imponibile per ettaro.
    La legislazione vigente, invece, lascia alle varie regioni italiane il compito di stabilire il significato legale del termine "montagna"; le regioni hanno quindi adottato diverse definizioni, basate su criteri socio-economici.
    Per un confronto tra le definizioni abrogate e quelle attuali, si veda: Alberto Germanò, Studio per un progetto di codice agricolo, Giuffrè Editore, 2009. ISBN 9788814145575.
  5. ^ Clelia Losavio, Il consumatore di alimenti nell'Unione Europea, Giuffrè Editore, 2007 (pagina 190). ISBN 9788814134074

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