Nazionalismo di sinistra

Il nazionalismo di sinistra è l'insieme delle posizioni ideologiche – sviluppatesi generalmente nel XX secolo nell'ambito delle lotte contro il colonialismo e l'imperialismo – che associano la causa dell'indipendenza nazionale alle istanze rivoluzionarie socialiste. Tale orientamento ideologico contravviene ai modelli predominanti nella cultura politica occidentale, per cui i concetti di nazionalismo e sinistra sarebbero in posizioni antitetiche in quanto, secondo l'internazionalismo proletario propugnato dal marxismo, i lavoratori «non hanno patria» e la costruzione dello Stato nazionale è opera della borghesia[1].

I movimenti di sinistra del XX secolo generalmente attribuivano al termine nazionalismo un'intrinseca connotazione negativa, associandolo strettamente al nazionalismo borghese da essi avversato. Di conseguenza, per definire il proprio legame con la nazione preferivano tendenzialmente parlare di patriottismo proletario, contrapponendolo al nazionalismo borghese e presentandolo come compatibile o complementare rispetto all'internazionalismo proletario[2]. Tuttavia, in sede scientifica il termine nazionalismo è utilizzato per designare ogni orientamento politico incentrato sull'identità nazionale, intercambiabilmente con patriottismo e senza connotazioni valutative, non sussistendo un chiaro confine tra i due concetti[3].

Un altro termine impiegato in sostituzione di nazionalismo è nazionalitarismo, adoperato in riferimento ai nazionalismi del terzo mondo[4] e ai cosiddetti nazionalismi periferici[5], i quali si battono per l'indipendenza (o per un maggior grado di autonomia) di entità substatali.

In riferimento alle tendenze nazionaliste dei partiti comunisti si usa specificamente il termine nazionalcomunismo[6].

Nel XXI secolo la definizione di nazionalisti di sinistra è stata applicata anche a partiti e movimenti su posizioni caratterizzate da populismo di sinistra, euroscetticismo, antiglobalismo e chiusura (o cumunque cautela) verso l'immigrazione di massa, in un'ottica di protezione socio-economica dei ceti meno abbienti della nazione[7][8][9].

  1. ^ Chumbita 2008, p. 361.
  2. ^ Per degli esempi di tale posizione in campo comunista: Togliatti 1945 e Ziherl 1949.
  3. ^ Sygkelos 2011, p. 6 n.
  4. ^ Ad esempio dallo studioso egiziano Anouar Abdel-Malek, di orientamento panarabo e d'ispirazione marxista, per definire i nazionalismi africani, asiatici e latinoamericani, con particolare riferimento all'Egitto di Nasser. Cfr. Marta Petricioli, Dal nazionalismo arabo al nazionalismo egiziano, in Realtà e memoria di una disfatta. Il Medio Oriente dopo la guerra dei Sei Giorni, a cura di Alberto Tonini e Marcella Simoni, Firenze, Firenze University Press, p. 11 n.
  5. ^ Perri 2012.
  6. ^ nazionalcomunismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 giugno 2022.
  7. ^ Laxer 2001.
  8. ^ (EN) David Adler, Meet Europe's Left Nationalists, in The Nation, 10 gennaio 2019. URL consultato il 30 settembre 2022.
  9. ^ Anderl 2021.

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