Neologismo

Un neologismo (termine della lingua italiana derivato dal francese néologisme,[1] a sua volta dal composto greco νέος-λόγος, neos-logos, 'nuova parola'), nella linguistica, indica le parole di nuova formazione presenti in una lingua,[2] mentre l'insieme dei processi che portano alla formazione di neologismi è definito neologia[3].

La neologia è uno dei principali modi in cui una lingua si rinnova. Il ricorso ai neologismi deriva solitamente dall'esigenza di identificare invenzioni, fenomeni, scoperte e realizzazioni di recente comparsa o diffusione, per cui la ricognizione dei neologismi aiuta a rapportare la lingua oggetto d'esame e la cultura che fa uso di quella lingua.[3]

  1. ^ Il termine francese, formatosi non più tardi del 1753, indicava inizialmente il processo di formazione di parole nuove (già definito néologie), ma passò ben presto a indicare le stesse parole nuove. È nel Dizionario francese-italiano di Francesco D'Alberti di Villanuova, pubblicato a Marsiglia nel 1772, che si ha la prima attestazione del calco in italiano, ma solo a indicare (insieme a neologia) il processo (viene anche attestato l'aggettivo neologico). Entrambe le accezioni vengono riconosciute da Melchiorre Cesarotti nel suo Saggio sopra la lingua italiana (1785) e poi definite con maggiore precisione da Niccolò Tommaseo nel suo Dizionario della lingua italiana, dove neologia è "abito e modo dell'usar nuove voci non usitate nel comune linguaggio. Così distinguerebbesi la Neologia dal Neologismo, la voce stessa o il modo nuovo, considerato da sé ne' singoli casi". Cfr. Neologismi su treccani.it.
  2. ^ M. Cortellazzo - P. Zolli, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, p. 1033 ISBN 8808094286
  3. ^ a b Beccaria, p. 530.

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