Nomenclatura chimica inorganica

Trattato "Chymical Nomenclature" di Antoine Lavoisier (1787).

La nomenclatura chimica inorganica permette di identificare i composti inorganici mediante un nome specifico, che si definisce a partire dalla formula chimica delle sostanze chimiche.

Alcune sostanze sono indicate prevalentemente con il loro nome comune: ad esempio l'acqua (H2O) e l'ammoniaca (NH3). Nella maggior parte dei casi però per attribuire il nome ai differenti composti con formule chimiche più complesse, si utilizzano regole codificate.

Esistono diversi sistemi di nomenclatura:

  • La nomenclatura tradizionale è basata principalmente sulla divisione degli elementi in metalli e non metalli e tiene conto dello stato di ossidazione degli atomi che formano la molecola.
  • La nomenclatura secondo la notazione di Stock, ufficializzata dalla IUPAC nel 1940 e adesso non più tanto utilizzata (la si ritrova ancora su vecchi contenitori di reagenti o in libri di testo datati), fornisce informazioni più chiare sullo stato di ossidazione degli atomi; essa infatti indica gli stati di ossidazione con cifre romane poste tra parentesi.
  • La nomenclatura IUPAC è la nomenclatura ufficiale in vigore; viene aggiornata e le sue regole migliorate e ampliate dalla IUPAC quando necessario. È basata sulle regole redatte dalla IUPAC. Essa consente di evidenziare, in modo chiaro e immediato, la relazione fra il nome di un composto chimico e la sua formula chimica.
Diagramma ad albero per la classificazione dei composti chimici inorganici. Può essere utile per riconoscere facilmente la famiglia di appartenenza del composto e quindi per assegnargli la corretta nomenclatura.

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