Notte dei lunghi coltelli

Notte dei lunghi coltelli
Adolf Hitler insieme a Hermann Göring nei giorni precedenti alla notte dei lunghi coltelli
TipoEpurazione politica
Data30 giugno – 1º luglio 1934
LuogoBad Wiessee
StatoBandiera della Germania Germania
ObiettivoVertici delle SA e altri oppositori di Hitler
ResponsabiliGestapo e SS
Conseguenze
Morti150-200

La notte dei lunghi coltelli,[1] ricordata in Germania come "Röhm-Putsch" ("il colpo di Stato di Röhm", secondo l'espressione coniata dalla propaganda del regime nazista[2]) o anche come "operazione colibrì"[3], fu un'epurazione avvenuta la notte fra il 30 giugno e il 1º luglio 1934 in cui le SS e la Gestapo assassinarono per ordine di Adolf Hitler almeno un centinaio di persone tra cui diversi esponenti di spicco del partito nazista, in particolare: Ernst Röhm, i vertici delle SA - le squadre d'assalto naziste - riuniti nella cittadina di Bad Wiessee, nemici personali o ex compagni politici di Hitler, militari della Reichswehr e anche alcune persone estranee alla vita politica o militare tedesca.

La stima totale del numero di vittime dell'epurazione risultò complessa poiché nel corso di tale evento avvenne per la prima volta un largo utilizzo dei forni crematori da parte dei nazisti al fine di far perdere le tracce degli omicidi. Secondo i dati forniti il 13 luglio dallo stesso Cancelliere del Reich, furono assassinate 71 persone[4], ma il totale delle vittime fu stimato tra 150 e 200; di 85 di esse si conosce il nome[5].

  1. ^ Traduzione dal tedesco Nacht der langen Messer. L'espressione "lunghi coltelli" in tedesco indica genericamente un atto di vendetta.
  2. ^ Der "Röhm-Putsch", dal sito del Deutsche Historisches Museum, su dhm.de. URL consultato il 21 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2013).
  3. ^ OPERAZIONE COLIBRÌ, LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI, su agenziacomunica.net, 30 giugno 2017.
  4. ^ "La punizione è stata severa: 19 capi superiori e 31 capi e membri delle SA sono stati fucilati; sono stati fucilati anche 3 capi delle SS che avevano partecipato al complotto; 13 capi delle SA o civili hanno perso la vita tentando di resistere all'arresto e altri 2 si sono suicidati; 5 membri del partito, non appartenenti alle SA, sono stati fucilati per la loro partecipazione al complotto; sono state infine fucilate 3 SS, colpevoli di vessazioni nei confronti dei prigionieri". Adolf Hitler, dal discorso pronunciato alla Krolloper il 13 luglio 1934. Gallo, 1970, p. 366
  5. ^ Ian Kershaw, Hitler. 1889-1936, Bompiani, Milano 1999, p. 775. Le vittime furono all'incirca 150 secondo Joachim Fest, Hitler. Il Führer e il nazismo, Rizzoli, Milano 1991 (prima ed. italiana, 1974), p. 593, nota 173. Secondo Fest (ivi), il numero di 400 o 1000 vittime da alcuni fatto è "indubbiamente esagerato". La prima cifra deriva da un libro pubblicato a Parigi da emigranti tedeschi, la seconda fu fornita durante il processo di Monaco ai responsabili degli eccidi, svoltosi nel 1957. Entrambi i dati con la spiegazione della loro nascita in William Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino 1990 (prima ed. italiana, 1962), vol. I, p. 348.

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