Ofioliti

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Basalti a cuscino serpentinizzati.
Ofiolite ordoviciana nel Gros Morne National Park, Terranova.

Le Ofioliti sono sezioni di crosta oceanica e del sottostante mantello che sono state sollevate o sovrapposte alla crosta continentale fino ad affiorare.

Il nome ofiolite, dal greco ὄφις= serpente e λίθος = roccia, letteralmente roccia serpente, è dovuto alla loro caratteristica colorazione verdognola, che ricorda la pelle di molti rettili. Le ofioliti sono conosciute nel lessico popolare con il termine di rocce verdi o pietre verdi.

Il termine ofiolite è stato usato per la prima volta da Alexandre Brongniart nel 1813[1] in riferimento ad un gruppo di rocce verdi (serpentiniti e diabasi) delle Alpi. Successivamente il concetto fu ampliato da G. Steinmann (1907), che alla serpentinite associò basalti a cuscino e selce contenente resti fossili di radiolari, di frequente rilievo nelle Alpi Orientali[2].

L'interesse per le ofioliti crebbe a partire dai primi anni sessanta con la scoperta che questa sequenza di rocce era simile a quella che si ritrova sui fondali oceanici in espansione. Questa scoperta era legata da un lato all'osservazione delle bande magnetiche, parallele alla dorsale medio-atlantica, con polarità inversa fra loro, nelle rocce del fondo oceanico, interpretata nel 1963 come la prova dell'espansione del fondo oceanico;[3] e dall'altro all'osservazione di un complesso di filoni stratificati all'interno delle ofioliti di Troodos (Cipro), che doveva essere stato generato dall'intrusione di nuovo magma, dato che non rimanevano tracce di rocce di contenimento più vecchie[4].

Nel 1971 Moores e Vine conclusero che il complesso di Troodos poteva essere stato formato solo da un processo di espansione del fondo oceanico come proposto nel 1963.[5] Così è stata universalmente accettata l'interpretazione che le ofioliti siano parti di crosta oceanica tettonicamente portate in superficie.

La grande importanza geologica delle ofioliti risiede nel testimoniare, all'interno delle grandi catene montuose come le Alpi e l'Himalaya, la presenza di resti obdotti di un bacino oceanico preesistente consumato dal fenomeno della subduzione. Questa evidenza è uno dei pilastri della tettonica a zolle e le ofioliti hanno quindi un ruolo centrale nella conferma di tale teoria.

  1. ^ Brongniart, A. (1813) "Essai de classification mineralogique des roches melanges" Journal des Mines, v. XXXIV, 190-199.
  2. ^ G. Steinmann (1907), Alpen und Apennin. Monatsber. Deut. Geol. Ges., 59 (8-9), 117-185.
  3. ^ Vine F.J. and Matthews D.H. (1963) "Magnetic anomalies over ocean ridges", Nature 199, 947-949
  4. ^ Gass, I.G. (1968) "Is the Troodos massif of Cyprus a fragment of Mesozoic ocean floor?" Nature, 220, 39-42.
  5. ^ Moores E.M. and Vine, F.J. (1971) "The Troodos massif, Cyprus, and other ophiolites as oceanic crust: Evaluation and implications" Philosophical Transactions of the Royal Society of London, 268A, 443-466.

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