Operazione Compass

Operazione Compass
parte della campagna del Nordafrica della seconda guerra mondiale
Una bandiera italiana catturata sventola su un carro britannico Mk II Matilda, 24 gennaio 1941
Data8 dicembre 1940-9 febbraio 1941
LuogoDa Sidi Barrani (Egitto) a El-Agheila (Libia)
EsitoVittoria britannica
Modifiche territorialiConquista britannica della Cirenaica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
~ 150 000 uomini
600 mezzi blindati
1 600 cannoni
336 aerei
~ 31 000 uomini
275 carri armati
60 autoblindo
120 pezzi d'artiglieria
142 aerei
Perdite
Oltre 5 500 morti
~ 10 000 feriti
~ 115 000 prigionieri
400 mezzi blindati
1 292 pezzi d'artiglieria[1]
208 aerei[N 1]
~ 500 morti
~ 1 500 feriti[1]
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L'operazione Compass (in inglese Operation Compass) è stata un'offensiva sferrata l'8 dicembre 1940 dalle forze armate britanniche della Western Desert Force in Nordafrica durante la seconda guerra mondiale per ricacciare oltre il confine con la Libia le forze italiane che nel settembre 1940 erano lentamente penetrate in Egitto senza incontrare resistenza. La controffensiva vide contrapposti circa 31 000 soldati britannici, quasi completamente motorizzati e addestrati alla guerra di movimento, all'intera 10ª Armata del maresciallo Rodolfo Graziani, forte di oltre 150 000 uomini, disposta tra Sidi Barrani, Bir Sofafi e Bardia.

La campagna, iniziata come un attacco locale della durata prevista di circa cinque giorni, a causa dell'abilità di manovra delle forze britanniche e della inefficace e disordinata difesa italiana si trasformò in un'offensiva generale che, dopo due mesi e quattro battaglie campali (Sidi Barrani, Bardia, Tobruch e Beda Fomm), si concluse con la totale disfatta delle forze del maresciallo Graziani e la vittoria delle moderne unità motocorazzate britanniche, che conquistarono interamente la Cirenaica, annientarono la 10ª Armata e catturarono circa 115 000 soldati italiani.

La pesante sconfitta ebbe forti contraccolpi in Italia; Benito Mussolini, già in difficoltà dopo i duri rovesci in Grecia e le gravi perdite navali subite in seguito alla cosiddetta notte di Taranto, fu costretto, per il rischio concreto di perdere anche la Tripolitania, a chiedere l'aiuto dell'alleato tedesco, decretando così la fine della «guerra parallela» fascista. Per non rischiare di vedere l'Italia prematuramente sconfitta nel teatro del Mediterraneo, Adolf Hitler decise per un rapido invio di reparti corazzati tedeschi in Nordafrica, che consentirono all'Asse di contrattaccare e mantenere aperto il fronte nordafricano fino alla primavera del 1943.

  1. ^ a b Santangelo, p. 99.


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