Ordinamento giuridico della Germania nazista

Wilhelm Stuckart, Hans Globke: Commento (1936) al Reichsbürgergesetz, Blutschutzgesetz, Ehegesundheitsgesetz

Dal 1933 al 1945, il regime nazista governò la Germania e, per un breve periodo, controllò gran parte dell’Europa. Durante questo periodo, la Germania nazista abbandonò gradualmente il sistema giuridico della Repubblica di Weimar e sviluppò un ordinamento originale.[1] I giudici, i giuristi e gli amministratori del regime affermavano di ispirarsi all’antico diritto germanico. Il Führerprinzip costituisce la base dell'ordine costituzionale nazionalsocialista. Nel dopoguerra la legge n. 1 della Commissione alleata di controllo abrogò il sistema giuridico nazista. Questa fase della storia del diritto tedesco diede origine a importanti dibattiti filosofici sulla natura del diritto e sulla necessità di disobbedirgli.

  1. ^ Alan E. Steinweis e Robert D. Rachlin (a cura di), The Law in Nazi Germany: Ideology, Opportunism, and the Perversion of Justice, New York, Berghahn Books, 2013, ISBN 9780857457813, OCLC 861080571.

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