Osteoclasto

Osteoclasta
Osteoclasti ottenuti dalla differenziazione dei monociti del sangue periferico
Nome latinoosteoclastus
Sistemasistema scheletrico
Identificatori
MeSHA11.627.482.700
FMA66781
TIH2.00.03.7.00005

L'osteoclasto (o osteoclasta) è una cellula molto grande (dal diametro di 20/100 µm), polinucleata (sincizio, con circa una decina di nuclei) e ricca di lisosomi. Appartiene alla linea dei monociti-macrofagi, deriva cioè dalla cellula mesenchimale emopoietica. Presenta molte estroflessioni ed increspature nella membrana plasmatica, in posizione basale, chiamato orletto striato (o orletto increspato o arruffato). Nelle fessure tra i prolungamenti, ma mai nell'interno delle cellule, sono spesso visibili particelle minerali (cristalli di idrossiapatite), derivanti dalla lisi dell'osso, e talvolta anche microfibrille di collagene. Gli osteoclasti vanno a contatto con la matrice ossea e hanno la funzione di riassorbire l'osso erodendolo mediante enzimi di esocitosi e pH acido, collaborano cioè all'omeostasi calcica. Tutto ciò può essere fatto per riparare ad esempio una frattura.

Fin dal 1873, Köllicher aveva considerato gli elementi polinucleati dell'osso, come cellule deputate a riassorbire il tessuto e li definì perciò col termine di osteoclasti.

Appaiono spesso accolti in fossette scavate sulla superficie della trabecola ossea, definite lacune di Howship, che si formano a seguito della loro stessa attività erosiva.

Gli osteoclasti sono facilmente riconoscibili non solo per le grandi dimensioni, ma anche per l'elevata acidofilia citoplasmatica e per la forte positività alla reazione istochimica per la fosfatasi acida, determinata dall'elevato numero di lisosomi presenti. Uno di questi enzimi lisosomiali, la fosfatasi acida tartrato resistente (TRAP), è considerato un marcatore degli osteoclasti ed è utilizzato nella diagnostica clinica come parametro di attività osteoclastica rilevabile da un'analisi del sangue. La microscopia elettronica rivela la presenza nel citoplasma di numerosi mitocondri, complessi di Golgi, scarsi elementi di reticolo endoplasmatico rugoso, ma molti poliribosomi liberi.[1][2]

  1. ^ S. Adamo, M. De Felici, A. Dolfi, A. Filippini, M. Grano, A. Musarò, C. Nervi, G.Papaccio, A. Salustri, E. Ziparo, Istologia di Monesi, VII Edizione, Piccin, 2019, p. 467.
  2. ^ Maria Grazia Bottone, Marco Biggiogera, Citologia e Istologia, UTET, 2020, p. 386.

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