Pacifismo

Simbolo della pace, ideato dal grafico inglese Gerald Holtom nel 1958 per la campagna contro gli armamenti nucleari. Rappresenta la sovrapposizione delle lettere N e D (Nuclear Disarmament) del codice nautico delle segnalazioni con le bandiere a mano.

«Se guerra ci sarà per molto tempo ancora, forse per sempre, il superamento della guerra rimarrà il nostro fine più nobile e l'ultima conseguenza della civiltà cristiano-occidentale.»

Il pacifismo è una filosofia che rappresenta il rifiuto della guerra e diversi movimenti sociali che nel corso della storia hanno agito ed agiscono affinché tale filosofia venga messa in pratica[2]. Secondo il Dizionario Italiano De Mauro, l'aggettivo "pacifista" è attestato dal 1905, come derivato dall'aggettivo francese pacifique[3]. Il sostantivo "pacifismo" invece è attestato tre anni dopo, nel 1908[4]. La data non sembra casuale, in quanto nel 1907 per la prima volta un italiano, Ernesto Teodoro Moneta, aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace[5][6]. Un termine correlato è ahiṃsā (non nuocere), che è un concetto fondamentale nelle religioni indiane come l'induismo, il buddismo e il giainismo. L'antonimo di pacifista è guerrafondaio[7].

Nei tempi moderni, l'interesse è stato ravvivato da Lev Tolstoj nei suoi ultimi lavori, in particolare in Il regno di Dio è in voi. Il Mahatma Gandhi ha proposto la pratica della resistenza nonviolenta che ha chiamato satyagraha, fondamentale nel suo ruolo nel movimento d'indipendenza indiano. La sua efficacia è stata di ispirazione per Martin Luther King Jr. e molti altri nel movimento per i diritti civili degli afroamericani.


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