Paolo di Tarso

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San Paolo
Andrej Rublëv, Icona di San Paolo (1407 circa, 110x160 cm, Galleria Tret'jakov, Mosca)
 

Apostolo

 
NascitaTarso, 4 d.C.
MorteRoma, 67 d.C.
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Santuario principaleBasilica di San Paolo fuori le mura, Roma
Ricorrenza25 gennaio (festa della conversione di San Paolo)
29 giugno (solennità dei Santi Pietro e Paolo)
30 giugno (Commemorazione di San Paolo nella sola messa tridentina del rito romano)
18 novembre (dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo)
Attributilibro (rotolo o codice), fune, cesta, spada[Nota 1]
Patrono diRoma, Lazio, Grecia, Malta, Ponte San Pietro, Palazzolo Acreide, Solarino, Aversa, Villafranca di Verona, Lonate Ceppino, Provaglio d'Iseo, Brinzio, Massa Lombarda

Paolo di Tarso, nato con il nome di Saulo e noto come san Paolo per il culto tributatogli (Tarso, 4[Nota 2]Roma, 64 o 67[Nota 3]), è stato uno dei primi santi e martiri, equiparato agli Apostoli.

È stato l'«apostolo dei Gentili», ἐθνῶν ἀπόστολος,[1] ovvero il principale (secondo gli Atti degli Apostoli non il primo[2]) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenizzato, che godeva della cittadinanza romana. Non conobbe direttamente Gesù e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica, Paolo si convertì al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce di Gesù che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?".[3] Reso cieco da quella luce divina, vagò per tre giorni a Damasco, dove fu poi guarito dal capo della piccola comunità cristiana di quella città, Anania. L'episodio, noto come "conversione di Paolo", diede l'inizio all'opera di evangelizzazione di Paolo.

Come gli altri primi missionari cristiani, rivolse inizialmente la sua predicazione agli ebrei, ma in seguito si dedicò prevalentemente ai «Gentili». I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono in principio l'Arabia (attuale Giordania), poi soprattutto l'Acaia (attuale Grecia) e l'Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge religiosa ebraica, soprattutto la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta e, con il suo carattere energico e appassionato, ne uscì vittorioso. Fu fatto imprigionare dai romani a Gerusalemme con l'accusa di turbare l'ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell'imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano – Paolo fu condotto a Roma, dove fu costretto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo però a continuare la sua predicazione. Morì vittima della Persecuzione di Nerone e venne decapitato nel 64 d.C. o nel 67 d.C..

L'influenza storica di Paolo nell'elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i Vangeli si occupano prevalentemente di narrare le parole e le opere di Gesù, le lettere paoline definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei due millenni successivi. Paolo, nelle stesse lettere paoline, nel merito ci informa anche che alcuni "SuperApostoli" si rivolgevano alle stesse nuove comunità cui egli si rivolgeva insegnando una dottrina diversa, un "Gesù diverso" ed un "Vangelo diverso", da quelli che insegnava lui (2Corinzi 11,4-23).


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  1. ^ Paolo dà di se stesso questa definizione in Rm 11,13, su laparola.net. e Gal 2,8, su laparola.net..
  2. ^ Secondo il testo degli Atti degli Apostoli, Paolo rivolse la sua predicazione prevalentemente ai pagani; non fu però il primo a operare in tal senso in quanto Pietro convertì il centurione romano Cornelio ( At 10, su laparola.net.) prima della predicazione itinerante di Paolo. Ma mentre sia Gesù (in occasione del famoso episodio della Cananea) che Pietro (in ossequio agli insegnamenti di Gesù) dimostrarono sempre e comunque una predilezione per i Giudei, accettando gli "altri" nella propria comunità solo dopo un'eccezionale dimostrazione di Fede già in essi presente (dimostrazione che rendeva dunque i pagani l'eccezione, e gli Israeliti la regola), Paolo fu il primo a parificare tutta l'umanità, convertendo anche i pagani "da zero", piuttosto che rivolgersi solo a coloro che erano, in fondo, già convertiti, come la Cananea o il Centurione Cornelio.
  3. ^ "[...] e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»" Atti degli Apostoli,(9, 1-22)

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