Partito Liberale Italiano

Partito Liberale Italiano
Simbolo in uso dal 1949 al 1979
LeaderGiovanni Giolitti
Alberto Giovannini
Benedetto Croce
Luigi Einaudi
Roberto Lucifero
Manlio Brosio
Bruno Villabruna
Gaetano Martino
Giovanni Malagodi
Valerio Zanone
Renato Altissimo
Presidentevedi sezione
Segretariovedi sezione
StatoBandiera dell'Italia Italia
SedeVia Frattina, 89 - 00187 Roma
AbbreviazionePLI
Fondazione8 ottobre 1922
Derivato daUnione Liberale
Dissoluzione6 febbraio 1994
Confluito in
IdeologiaLiberalismo[1]
Liberismo[2]
Liberalismo conservatore[3][4]
Anticomunismo[5]
Antifascismo (dopo il 1924)[6]
prima del 1946 anche:
Monarchismo[7]
CollocazioneCentro[8]/Centro-destra[9][10][11][12]
CoalizioneLista Nazionale (1924)
Comitato di Liberazione Nazionale (1944-1947)
Unione Democratica Nazionale (1946)
Blocco Nazionale (1948)
Centrismo (1947-1960)
Pentapartito (1980-1991)
Quadripartito (1991-1994)
Partito europeoLDE-ELD
Gruppo parl. europeoGruppo del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori
Affiliazione internazionaleInternazionale Liberale
Seggi massimi Camera
39 / 630
(1963)
Seggi massimi Senato
18 / 315
(1963)
Seggi massimi Europarlamento
3 / 81
(1979)
Seggi massimi Consigli regionali
27 / 690
(1970)
TestataRisorgimento Liberale (1943-1948)
L'Opinione (1976-1994)
Organizzazione giovanileGioventù Liberale Italiana
ColoriBlu

Il Partito Liberale Italiano (PLI) è stato un partito politico italiano, fondato sull'impostazione liberale, liberista e laica dello Stato, che rappresentava idealmente la tradizione moderata del Risorgimento, erede dell'Unione Liberale, o anche Partito Liberale Costituzionale (o Destra storica), che aveva avuto in Camillo Benso di Cavour il massimo rappresentante.

Fondato da Emilio Borzino, a Bologna, l'8 ottobre 1922, assunse un atteggiamento di collaborazione con il governo fascista fino al delitto Matteotti del 1924. Il PLI fu poi sciolto dal regime fascista assieme alle altre organizzazioni politiche nel 1926, per essere ricostituito nell'estate del 1943, per iniziativa di Benedetto Croce e Luigi Einaudi[13]. Una componente più giovanile e riformatrice intorno a Nicolò Carandini e Leone Cattani fuoriuscì dal partito nel 1948 e si organizzò nel Movimento Liberale Indipendente, che si sciolse nel 1951 e divenne il nucleo del nuovo PLI di Roma. Si è sciolto nel 1994, dando vita a numerose formazioni ed alla diaspora liberale nel panorama politico italiano.

Il PLI svolse un ruolo modesto nel panorama politico italiano, a causa di un limitato consenso elettorale; espresse i primi due presidenti della Repubblica Italiana: Enrico De Nicola e Luigi Einaudi.

Al suo interno vi fu a lungo un contrasto alquanto acceso tra le varie correnti, in particolare nel primo decennio del dopoguerra.

Caratterizzato dal liberalismo riformatore di Croce, si spostò successivamente su posizioni conservatrici, in particolare sotto la segreteria di Roberto Lucifero (1947-48). Riportato sulla linea di centro laico dal suo successore Bruno Villabruna, ebbe una nuova modifica del suo indirizzo politico verso posizioni liberiste sotto la segreteria di Giovanni Malagodi dal 1954.

La componente minoritaria di sinistra legata agli spunti culturali del giornale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, già uscita una prima volta nel 1948 (costituendo il MLI), salvo tornare al Convegno per l'unificazione delle forze liberali di Torino nel 1951, assunse un'opposizione intransigente a Malagodi e si distaccò definitivamente dal PLI nel 1955 per fondare il Partito Radicale, che non ebbe successo elettorale.

Sotto la leadership di Malagodi il PLI si distinse per la sua opposizione ai governi di centro-sinistra, rifiutando nello stesso tempo ogni compromesso con la destra estrema del MSI e dei monarchici. Solo nel 1972 ritornò ad un governo[14] centrista guidato da Giulio Andreotti, con Malagodi ministro del Tesoro. Dopo il declino di questa politica, nel 1976 il partito subì una nuova correzione dell'indirizzo politico verso sinistra, guidata dal nuovo segretario Valerio Zanone. Partecipò negli anni 80 a numerosi governi pentapartitici, fino al suo scioglimento nel 1994.

A livello internazionale il PLI è stato tra i fondatori dell'Internazionale Liberale nel 1947 ed è sempre stato membro dei Gruppi Liberali e Democratici Europei.

  1. ^ Partito Liberale Italiano, Treccani on-line
  2. ^ IL PLI RIPARTE DAL POLO LAICO - la Repubblica.it
  3. ^ (EN) Tom Lansford, Political Handbook of the World 2013, SAGE Publications, 2013, p. 714, ISBN 978-1-4522-5825-6. URL consultato il 18 febbraio 2013.
  4. ^ Partito liberale italiano, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 16 luglio 2020.
  5. ^ https://www.bibliotecaliberale.it/glossario/c/comunismo-anti/?print=pdf
  6. ^ Il Manifesto degli intellettuali antifascisti fu redatto da Benedetto Croce nel 1925 e firmato da altri esponenti liberali come Luigi Einaudi e Gaetano Mosca.
  7. ^ Il partito fu l'unico del Comitato di Liberazione Nazionale che si schierò per la monarchia nel referendum istituzionale del 1946.
  8. ^ Antonio Jannazzo, Il liberalismo italiano del Novecento: da Giolitti a Malagodi, Rubbettino Editore, 2003, p. 43.
  9. ^ (EN) Piero Ignazi, The Oxford Handbook of Italian Politics, a cura di Erik Jones, Gianfranco Pasquino, Oxford, Oxford University Press, 2015, DOI:10.1093/oxfordhb/9780199669745.001.0001, ISBN 978-0-19-966974-5.
  10. ^ (EN) Cinzia Padovani, A Fatal Attraction: Public Television and Politics in Italy, Rowman & Littlefield, 2007, p. 258, ISBN 978-0-7425-1950-3. URL consultato il 18 febbraio 2013.
  11. ^ Partito liberale italiano, su dizionaripiu.zanichelli.it, Zanichelli. URL consultato il 16 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2022).
  12. ^ https://askanews.it/2023/05/30/ballottaggi-sorcinelli-pli-conferma-importante-fiducia-a-governo/
  13. ^ Partito Liberale Italiano «nato nel 1924, sciolto durante il fascismo e ricostituito nel 1943.» In Enciclopedia Treccani alla voce "Partito Liberale Italiano"
  14. ^ p.66 Pietro Ignazi, I partiti italiani, Il Mulino, 1997.

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