Pianeta superabitabile

Possibile aspetto di un pianeta superabitabile; le zone rossastre sono ricoperte di vegetazione, di colore diverso da quella terrestre per la radiazione proveniente da una nana arancione

Un pianeta superabitabile è un tipo ipotetico di esopianeta che potrebbe essere più adatto della Terra per l'origine e l'evoluzione della vita. Il concetto è stato introdotto nel 2014 dagli astrofisici René Heller e John Armstrong, che hanno criticato l'approccio antropocentrico nella ricerca di pianeti abitabili,[1][2] suggerendo che la Terra o un analogo terrestre non rappresenti l'abitabilità planetaria ottimale per supportare la massima biodiversità. In altre parole, definiscono superabitabile un pianeta terrestre o una esoluna che potrebbe supportare una flora e fauna più variegata di quella presente sulla Terra.[3][4]

Heller e Armstrong sottolineano anche che non tutti i pianeti rocciosi situati nella zona abitabile abbiano le condizioni adatte per essere effettivamente abitabili, poiché potrebbero soffrire di un effetto serra, creato da una densa atmosfera, che alzerebbe notevolmente la temperatura superficiale, mentre potrebbero essere abitabili alcuni corpi situati al di fuori della zona abitabile, poiché la rotazione sincrona potrebbe renderli vivibili, in maniera simile a come accade su Europa, che si presume ospiti un oceano al di sotto della sua superficie ghiacciata.[3] Heller e Armstrong propongono di stabilire un profilo per gli esopianeti che tenga conto del tipo stellare, della massa e della posizione nel loro sistema planetario, e altre caratteristiche, suggerendo anche che questi pianeti sarebbero più comuni degli analoghi terrestri.[5] Secondo gli autori, tali mondi superabitabili sarebbero probabilmente più grandi, più caldi e più vecchi della Terra e in orbita a stelle di tipo K di sequenza principale.[6] Al 2017, nessun pianeta extrasolare confermato è considerato superabitabile; tuttavia, uno studio del 2020 ha indicato oltre venti possibili candidati orbitanti attorno a stelle che distano oltre 100 anni luce dalla Terra.[7]

  1. ^ Perryman, p. 286.
  2. ^ Heller & Armstrong, p. 50.
  3. ^ a b R.T. Reynolds et al., Europa, tidally heated oceans, and habitable zones around giant planets, in Advances in Space Research, n. 7, 1987, pp. 125-132, DOI:10.1016/0273-1177(87)90364-4.
  4. ^ D.M. Williams, J-F. Kasting, Habitable Planets with High Obliquities, in Icarus, n. 1, settembre 1997, pp. 254-267, DOI:10.1006/icar.1997.5759.
  5. ^ Heller & Armstrong, p. 61.
  6. ^ Heller & Armstrong, pp. 54-59.
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore INAF

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