Pleiadi del Sud

Pleiadi del Sud
Ammasso aperto
L'ammasso aperto delle Pleiadi del Sud
Scoperta
ScopritoreNicolas Louis de Lacaille[1][2]
Data1751
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneCarena
Ascensione retta10h 43m 02s[4]
Declinazione−64° 20′ :[4]
Distanza479 a.l. [1]
(147 pc)
Magnitudine apparente (V)1,9[2]
Dimensione apparente (V)50'[2]
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 3 r[2][3]
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Dimensioni12 a.l.
(4 pc)
Età stimata30 milioni di anni[5]
Caratteristiche rilevantiassenza di nebulosità;
stelle giovani di sequenza principale
Altre designazioni
IC 2602; Cr 229; Mel 102; C 102;
ESO 093-SC002; Lund 556; OCl 838.0;
Cl VDBH 103; C 1041-641;
Southern Pleiades;
Theta Carinae Cluster[4]
Mappa di localizzazione
Pleiadi del Sud
Categoria di ammassi aperti

Il nome di Pleiadi del Sud (in inglese Southern Pleiades;[6] o Ammasso di Theta Carinae o le sigle di catalogo IC 2602 e C 102) designa un brillante e appariscente ammasso aperto situato nella costellazione della Carena, posto sul bordo meridionale della Via Lattea australe. Il nome proprio è dovuto al suo aspetto e alla sua grande luminosità, che lo rende simile al ben noto ammasso boreale delle Pleiadi.

È uno degli ammassi aperti più brillanti della volta celeste; nell'emisfero celeste australe è l'ammasso più luminoso ed è visibile perfettamente ad occhio nudo durante tutto l'anno dalle aree temperate australi, dove si presenta circumpolare, in una zona già di per sé molto ricca di gruppi stellari e nebulose.[5]

La sua stella principale, θ Carinae, costituisce il vertice più settentrionale di un asterismo noto come Croce di diamante.[7] La distanza dell'ammasso, stimata sui 479 anni luce, e il suo moto proprio inducono a ritenere che sia legato alla grande associazione stellare nota come Associazione Scorpius-Centaurus, un gruppo di stelle relativamente giovani e luminose ben visibili dall'emisfero australe, il cui orientamento è leggermente inclinato rispetto al piano galattico.[8]

  1. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore IC 2602
  2. ^ a b c d Public Access NGC/IC Database, su result for IC 2602. URL consultato il 25 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  3. ^ I (in numeri romani, su una scala da I a IV) indica che l'ammasso è concentrato e ben evidente rispetto al campo stellare circostante; 3 (su una scala da 1 a 3) indica una grande escursione di magnitudine fra le sue componenti; r (su r, m, p) indica che si tratta di un ammasso ricco di stelle.
  4. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore SIMBAD
  5. ^ a b Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, p. 404, ISBN 0-521-55332-6.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Caldwell
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore diamond
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore cent

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