Presidenza di William McKinley

Presidenza William McKinley
Foto del presidente McKinley nel 1896.
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Capo del governoWilliam McKinley
(Repubblicano)
Giuramento4 marzo 1897
Governo successivo14 settembre 1901

La presidenza degli Stati Uniti di William McKinley ebbe inizio il 4 marzo 1897 con l'insediamento e terminò con la sua morte, avvenuta il 14 settembre 1901, in seguito alle ferite riportate il 6 settembre, quando un anarchico gli sparò da distanza ravvicinata.

La presidenza di McKinley è conosciuta per la vittoria nella guerra ispano-americana e la conseguente acquisizione delle Filippine, di Guam e di Porto Rico, all'adesione delle isole Hawaii e per aver ripristinato la prosperità sociale, dopo la crisi del panico del 1893.

Venticinquesimo presidente degli Stati Uniti, McKinley aveva vinto le elezioni del 1896, battendo il democratico William Jennings Bryan. Durante la campagna elettorale, McKinley aveva sostenuto la necessità di una moneta stabile, e quindi del sistema aureo; aveva promesso alti dazi doganali che avrebbero rimesso in sesto l'economia, e accusato Bryan di essere un radicale a favore della lotta di classe. Sconfisse nuovamente Bryan alle elezioni del 1900, dopo una campagna elettorale incentrata sull'espansione nelle Filippine e ancora sugli alti dazi e sul mantenimento o meno del sistema aureo. La presidenza di McKinley segna l'inizio del periodo convenzionalmente definito "quarto sistema partitico", durato dalla metà degli anni 1890 fino ai primi 1930. A livello nazionale, le elezioni di questo periodo furono spesso vinte dal Partito Repubblicano.

Negli anni 1897–1898 la questione più importante fu un'insurrezione a Cuba contro il dominio spagnolo, diventato sempre più oppressivo. L'opinione pubblica statunitense parteggiava per i ribelli e chiedeva un intervento per risolvere la crisi. Il governo di McKinley cercò di convincere la Spagna a concedere più libertà ma quando le trattative fallirono, entrambe le parti erano pronte alla guerra. La vittoria degli Stati Uniti fu rapida e netta. Nel corso della guerra avevano preso possesso di Cuba; pur promettendo l'indipendenza, gli Stati Uniti mantennero il controllo per tutta la durata della presidenza McKinley. Lo status delle Filippine era molto dibattuto, e divenne un argomento di campagna elettorale nel 1900, in cui i Democratici si opponevano al possesso da parte statunitense. McKinley era convinto che l'arcipelago avesse bisogno della presenza americana. Le Filippine rimasero sotto controllo degli Stati Uniti fino alla seconda guerra mondiale. Un'altra conseguenza della vittoria sulla Spagna fu l'acquisizione di Guam e di Porto Rico. Durante la presidenza di McKinley, inoltre, avvenne l'annessione delle Hawaii, allora repubblica indipendente, nel 1898. I cittadini delle Hawaii, tuttavia, al contrario degli altri territori acquisiti, divennero cittadini statunitensi a tutti gli effetti, e le Hawaii divennero un territorio con un governatore nominato. Come risultato, gli Stati Uniti di McKinley si ritrovarono con un impero coloniale ed entrarono tra le grandi potenze.

In 1897 l'economia si riprese rapidamente dalla dura depressione seguita al panico del 1893. Secondo i sostenitori di McKinley nel 1900, ciò era avvenuto grazie agli alti dazi e alla perseveranza nel sistema aureo.

Gli storici in genere considerano discreto l'operato di McKinley, piuttosto sopra la media.


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