In linguistica pragmatica, si intende per presupposizione un'informazione implicita alla base di un enunciato. Questa informazione è condivisa dagli interlocutori e viene di conseguenza data per scontata. L'importanza della presupposizione risiede nel fatto che ci permette di usare la lingua in maniera economica.
Ad esempio, producendo un enunciato (giusto o sbagliato) come:
si possono presupporre diverse informazioni: il fatto che esista una città chiamata in questo modo, che esista uno Stato italiano e che uno Stato abbia una capitale. Tali presupposizioni restano invariate anche se l'enunciato viene negato:
Questo la distingue dall'implicazione, cioè dal contenuto che chi ascolta può inferire. Infatti, il contenuto dell'inferenza si trasforma nel suo contrario se un enunciato viene negato. Ad esempio, di fronte all'asserzione
il ricevente potrebbe inferire che il locutore vuole congedarsi e tornare a casa per andare a dormire. Questa non è una presupposizione, ma un'inferenza, dato che l'enunciato negato
indicherebbe l'intenzione di comunicare il contrario.
Un enunciato può essere basato su presupposizioni false:
L'esempio si basa infatti sul fatto, falso, che esista un re della Calabria. In questo caso, non è possibile assegnare all'enunciato il valore di 'vero' o 'falso'.
Le risorse linguistiche della presupposizione sono:
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