Proteste in Francia contro la riforma delle pensioni del 2023 | |||
---|---|---|---|
Manifestazione a Besançon, del 19 gennaio 2023 | |||
Data | 19 gennaio – 8 giugno 2023[1] | ||
Luogo | Francia | ||
Causa | Progetto di riforma del sistema pensionistico | ||
Esito | Trasformazione in legge del progetto di riforma delle pensioni | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
| |||
Perdite | |||
Voci di sommosse presenti su Wikipedia | |||
Le proteste in Francia contro la riforma delle pensioni del 2023 sono state una serie di manifestazioni popolari e scioperi diffusi che ebbero luogo in tutto il paese, in risposta alla proposta di riforma del sistema pensionistico presentata dal governo Borne e sostenuta dal presidente Emmanuel Macron. Le principali modifiche introdotte dal disegno di legge furono l'aumento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni, l'aumento del periodo minimo di contribuzione a 43 anni, l'abolizione delle pensioni speciali concesse ai dipendenti delle società pubbliche francesi, e l’innalzamento dell’importo minimo della pensione a 1200 euro.[3][4] Iniziate il 19 gennaio 2023, in seguito ad un appello dell'Intersindacale, unione dei principali sindacati, le proteste raggiunsero rapidamente un'ampia partecipazione da parte di lavoratori, studenti, e altri gruppi sociali, coinvolgendo milioni di cittadini.[5][6][7][8][9]
Il 16 marzo il governo ha invocato l'articolo 49.3 della Costituzione per far passare il disegno di legge scavalcando così il voto dell’Assemblea nazionale[10], scatenando altre proteste e due voti di sfiducia falliti, contribuendo all'aumento della violenza nelle proteste insieme allo sciopero organizzato dai maggiori sindacati francesi. Gli scioperi hanno portato a disagi diffusi, compresi l'accumulo di immondizia nelle strade, la sospensione del servizio di trasporto pubblico e il rinvio della visita di stato di re Carlo III.[11][12][13][14][15] Il 6 giugno si svolsero le ultime proteste ufficiali.[16][17]
Questo movimento di proteste ha rappresentato una delle più grandi manifestazioni di protesta nella storia del paese, ancor più grandi di quelle avvenute nel 1995.
Diverse organizzazioni, tra cui gruppi per i diritti umani come Reporter senza frontiere e la Lega francese per i diritti umani, hanno condannato la repressione delle proteste da parte dello stato e hanno anche denunciato aggressioni ai giornalisti. Inoltre, il Consiglio d'Europa ha criticato "l'uso eccessivo della forza da parte di agenti dello Stato".
© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search