Pseudo-Egesippo

Lo Pseudo-Egesippo (seconda metà IV secolo[1]) è uno pseudonimo per indicare l’autore di una traduzione-rifacimento latino del Bellum Iudaicum di Giuseppe Flavio.

Il nome «Egesippo» compare nella tradizione manoscritta dal IX secolo[2], mentre nei codici precedenti l’opera circola con il nome di «Josephus». Per alcuni studiosi «Egesippo» sarebbe una corruzione del nome «Josephus», da «ex Iosippo»[3], in riferimento all’autore del testo di partenza, Flavio Giuseppe; tale corruzione si sarebbe poi stabilizzata al sorgere del IX secolo, per distinguere Egesippo (autore della traduzione) da Giuseppe. Altri critici invece, attualmente in posizione minoritaria, ritengono che il nome derivi da un’attribuzione erronea dell’opera allo storico cristiano Egesippo (110-180)[4].

  1. ^ Il terminus post quem è il 330, anno della fondazione di Costantinopoli da lui citata in III, 5,2; il terminus ante quem può essere invece collocato tra il 445 e 451, anni della composizione del Liber promissionum et praedicatorum Dei di Quodvultdeus, testo nella quale lo Pseudo-Egesippo è citato in II, 91, 1 e II, 92, 15, anche se, indizi interni, come ad esempio l’uso di una Bibbia pre-gerominiana (V. Ussani, La questione e la critica del così detto Egesippo, pp. 245-361), spingono a non spostarsi troppo oltre il V secolo.
  2. ^ V. Ussani, Hegesippi qui dicitur Historiae libri V, p. 5
  3. ^ È su questa posizione F. Parente, Sulla doppia trasmissione, filologica ed ecclesiastica, del testo di Flavio Giuseppe: un contributo alla storia della ricezione della sua opera nel mondo cristiano, pp. 41-43.
  4. ^ La pensa così V. Ussani, Su le fortune medievali dell’Egesippo, p. 113.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search