Raid di Deerfield

Raid di Deerfield
parte della guerra della regina Anna
Illustrazione che mostra alcune scene del raid, pubblicata nel 1900
Data29 febbraio 1704
LuogoDeerfield
EsitoVittoria francese e abenaki
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
20 miliziani esterni[1]
70 miliziani nel villaggio[2]
240 indiani
48 francesi
Perdite
Raid: 56 uccisi, 112 prigionieri[3][4]
Abitanti: 44 uccisi (10 uomini, 9 donne, 25 bambini), 109 prigionieri[5]
Viaggio di ritorno: 20 prigionieri uccisi o morti per il freddo[6]
rapporti vari; 10–40 uccisi[7]
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Il raid di Deerfield (o massacro di Deerfield[8]) fu un avvenimento bellico avvenuto nell'ambito della guerra della regina Anna il 29 febbraio 1704 quando delle forze franco-indigene al comando di Jean-Baptiste Hertel de Rouville attaccarono gli insediamenti della frontiera inglese a Deerfield, bruciando parte del villaggio, uccidendo 47 persone e facendo 112 prigionieri che vennero riportati in Canada, di cui 60 vennero poi rilasciati.

Come tipicamente avveniva in questi scontri di frontiera su piccola scala, le forze franco-indiane erano costituite da soldati francesi e da una coalizione di diverse popolazioni indiane locali che assommava a circa 240 guerrieri, dei quali buona parte Abenaki (originari dell'odierno Maine), ma comprendente anche piccoli gruppi di Uroni (Wyandot) originari di Lorette, di Irochesi (Mohawk) provenienti da Kahnawake e un certo numero di Pocumtuc che avevano vissuto tempo addietro nell'area di Deerfield.[9] La diversità del personale impiegato, le motivazioni dei singoli e gli obbiettivi materiali coinvolti nel raid fecero sì che la pianificazione dell'attacco non fosse passata inosservata nemmeno agli inglesi, o perlomeno essa non era così inaspettata come i francesi pensavano. I difensori di alcune case fortificate nel villaggio riuscirono a respingere i razziatori sino all'arrivo di rinforzi. Ad ogni modo il raid fu una chiara vittoria della coalizione francese il cui obbiettivo era quello di fare prigionieri e minare la società dei coloni inglesi nell'area. Vennero presi più di 100 prigionieri ed il 40% delle case vennero distrutte.

Anche se predetto, il raid fu comunque uno shock per i coloni inglesi, peggiorato ancor più dalle relazioni tra francesi e nativi americani, portando sempre più ad una guerra di frontiera. Il raid è divenuto una parte della storia della guerra di frontiera americana, principalmente per i racconti dei prigionieri sopravvissuti, tra cui il più rilevante è stato sicuramente il reverendo John Williams. Con la sua famiglia venne costretto a compiere un lungo viaggio a piedi verso il Canada a seguito degli altri prigionieri. Sua figlia minore Eunice venne adottata da una famiglia mohawk, si assimilò ai loro costumi e sposò un uomo mohawk. Il racconto di Williams, The Redeemed Captive, venne pubblicato nel 1707 e fu molto popolare nelle colonie.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore HS98
  2. ^ Melvoin, p. 215
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore M221
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore HS115
  5. ^ Richard Melvoin, New England Outpost:War and Society in Colonial Deerfield, New York, W.W. Norton, 1989, p. 456.
  6. ^ Haefeli and Sweeney, p. 125
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore HS123
  8. ^ Haefeli and Sweeney, pp. 273–274
  9. ^ Che ci fa uno smartphone in un dipinto del 1937?, su superEva. URL consultato il 13 settembre 2017.

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