Repubblica Democratica dell'Afghanistan

Afghanistan
Afghanistan – Bandiera
Bandiera (1980-1987) (dettagli)
Afghanistan - Stemma
Stemma (1980-1987) (dettagli)
Motto: (Dari) کارگران جهان متحد شوید
(IT) Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Afghanistan - Localizzazione
Afghanistan - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Democratica dell'Afghanistan
(1979-1987)
Repubblica dell'Afghanistan
(1987-1992)
Nome ufficialeجمهوری دمکراتی افغانستان
(Dari, 1979-1987)
دافغانستان دمکراتی جمهوریت
(Pashtu, 1979-1987)
جمهوری افغانستان
(Dari 1987-1992)
د افغانستان جمهوریت
(Pashtu, 1987-1992)
Lingue ufficialipashtu
dari
Lingue parlatepashtu, dari, tagico, uzbeco
InnoGaram shah lā garam shah
CapitaleKabul
Politica
Forma di StatoStato socialista
Forma di governoRepubblica socialista a partito unico (1979-1987)
Repubblica socialista islamica a partito unico (1987-1992)
Presidenti del Consiglio RivoluzionarioElenco
Organi deliberativiConsiglio Rivoluzionario
Nascita30 aprile 1978 con Nur Mohammad Taraki
CausaRivoluzione d'Aprile
Fine1992 con Abdul Rahim Hatif
CausaConquista di Kabul da parte della Jamiat e-Islami
Territorio e popolazione
Massima estensione652.864 km² nel 1980
Popolazione12.486.640[1] nel 1980
Economia
Valutaafghani
RisorseGas naturali e prodotti agricoli
Produzioniagrumi, energia elettrica, gas naturale
Commerci conBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Esportazionigas naturale
Religione e società
Religioni preminentiIslam
Religione di StatoAteismo di Stato (1978-1980)
Stato secolare (1980-1987)
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera dell'Afghanistan Repubblica dell'Afghanistan
Succeduto daBandiera dell'Afghanistan Stato islamico dell'Afghanistan
Ora parte diBandiera dell'Afghanistan Afghanistan

La Repubblica Democratica dell'Afghanistan (Dari: جمهوری دمکراتی افغانستان, Jumhūri-ye Dimukrātī-ye Afġānistān; Pashtu: دافغانستان دمکراتی جمهوریت, Dǝ Afġānistān Dimukratī Jumhūriyat), ribattezzata Repubblica dell'Afghanistan (Dari: جمهوری افغانستان, Jumhūrī-ye Afġānistān; Pashtu: د افغانستان جمهوریت; Dǝ Afġānistān Jumhūriyat) nel 1987, fu uno stato socialista esistito dal 1978 al 1992 e governato dal Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA).

Il PDPA salì al potere con la Rivoluzione di Saur, che rovesciò il governo di Mohammed Daud Khan. A Daud successe Nur Mohammad Taraki come capo di Stato e di governo il 30 aprile 1978. Taraki e Hafizullah Amin, l'organizzatore della Rivoluzione Saur, introdussero diverse riforme come la riforma della terra e del matrimonio, l'istruzione universale e la parità di diritti per le donne.[2] Poco dopo aver preso il potere, iniziò una lotta di potere tra la fazione khalq guidata da Taraki e Amin e la fazione parcham guidata da Babrak Karmal. I khalqisti vinsero e i parchamiti furono epurati dal partito. I leader Parcham più importanti furono esiliati nel blocco orientale e in Unione Sovietica.

Dopo il conflitto khalq-parcham, iniziò una lotta di potere all'interno della fazione khalq tra Taraki e Amin. Amin vinse e Taraki fu ucciso per suo ordine. Il suo governo si dimostrò impopolare all'interno del Paese e in Unione Sovietica. I nemici di Amin nel governo afghano convinsero l'URSS ad intervenire e il 25 dicembre 1979 l'Armata Sovietica invase l'Afghanistan. Il 27 dicembre, le forze sovietiche assaltarono il palazzo presidenziale e assassinarono Amin. I sovietici quindi installarono Karmal al posto di Amin come nuovo leader dell'Afghanistan. L'era Karmal, durata dal 1979 al 1986, è meglio conosciuta per lo sforzo bellico sovietico in Afghanistan contro i ribelli mujaheddin. La guerra provocò un gran numero di vittime civili, oltre a milioni di rifugiati in Pakistan e Iran. I Principi Fondamentali, ovvero la costituzione, furono introdotti dal governo nell'aprile 1980 e diversi membri non appartenenti al PDPA furono ammessi al governo come parte dell'ampliamento della propria base di supporto. Le politiche di Karmal non riuscirono a portare la pace nel Paese devastato dalla guerra e nel 1986 gli successe come segretario generale del PDPA Mohammad Najibullah.

Najibullah perseguì una politica di riconciliazione nazionale con l'opposizione: nel 1987 fu introdotta una nuova costituzione afgana e nel 1988 si tennero elezioni democratiche (boicottate dai mujaheddin). Dopo il ritiro sovietico dall'Afghanistan nel 1988-1989, il governo dovette affrontare una crescente resistenza. Il 1990 si rivelò un anno di cambiamento nella politica afghana: fu introdotta una nuova costituzione, che stabiliva l'Afghanistan come una repubblica islamica, e il PDPA fu trasformato nel Partito Watan. Sul fronte militare, il governo si dimostrò capace di sconfiggere l'opposizione armata in battaglia aperta, come nella battaglia di Jalalabad. Tuttavia, con un'opposizione armata aggressiva, difficoltà interne come un fallito tentativo di colpo di Stato da parte della fazione Khalq nel 1990 e la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991, il governo di Najibullah cadde nell'aprile 1992.

Geograficamente, la RDA confinava a sud e a est con il Pakistan, a ovest con l'Iran, a nord con l'Unione Sovietica (attraverso le RSS Turkmena, Uzbeka e Tagika) e a nord-est con la Cina coprendo 652 000 km² del suo territorio.[3]

È stato politicamente, ideologicamente e militarmente vicino all'Unione Sovietica.

  1. ^ (EN) Population & Demography Data Explorer, su Our World in Data.
  2. ^ (EN) The Afghan Communists (PDF), su brookings.edu.
  3. ^ (EN) Rodric Braithwaite, Ghosts of Afghanistan: Hard Truths and Foreign Myths by Jonathan Steele, su The Guardian, 25 settembre 2011. URL consultato il 18 marzo 2018.

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