Ribellione dei Boxer

Ribellione dei Boxer
Truppe statunitensi scalano il muro di Pechino
Data2 novembre 1899 - 7 settembre 1901
LuogoCina settentrionale
CausaTrattati ineguali, ingerenze occidentali e giapponesi in Cina
EsitoVittoria dell'Alleanza delle otto nazioni
Modifiche territorialiConcessioni territoriali accordate dalla Cina alle potenze europee
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
(20 000 iniziali)
50 255 totali (corpo di spedizione)
Bandiera della Russia 100 000 russi per l'occupazione della Manciuria
70 000 truppe imperiali
100 000 - 300 000 Boxer
Perdite
1 003 soldati stranieri (soprattutto giapponesi e russi)[1]
526 stranieri e cristiani cinesi
2 000 truppe imperiali[1]
perdite tra i Boxer sconosciute

32 000 cristiani cinesi e 200 missionari uccisi dai Boxer (nel nord della Cina)[2]
100 000 civili uccisi dai Boxer in totale[3]
5 000 civili uccisi dai soldati stranieri in totale[3]
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La ribellione dei Boxer, o rivolta dei Boxer o anche guerra dei Boxer, fu un sollevamento avvenuto in Cina nel 1899, rivolto contro l'influenza colonialista straniera. Fu messo in atto da un grande numero di organizzazioni popolari cinesi, riunite sotto il nome di Yihetuan (cioè Gruppi di autodifesa dei villaggi della giustizia e della concordia).

La rivolta ebbe come base sociale molte scuole di kung fu (identificate come «scuole di pugilato»), che inizialmente adottarono il nome di «pugili della giustizia e della concordia», denominazione che, nei racconti dei missionari, fu resa semplicemente come «boxer».

  1. ^ a b Singer, Joel David, The Wages of War. 1816–1965 (1972)
  2. ^ Hammond Atlas of the 20th century (1996)
  3. ^ a b Rummel, Rudolph J.: China's Bloody Century : Genocide and Mass Murder Since 1900 (1991); Lethal Politics : Soviet Genocide and Mass Murder Since 1917 (1990); Democide : Nazi Genocide and Mass Murder (1992); Death By Government (1994), http://www2.hawaii.edu/~rummel/welcome.html.

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