Sabotaggio

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Il sabotaggio è un atto compiuto generalmente in maniera nascosta allo scopo di recare danno a un'organizzazione politica, militare o civile attraverso manomissioni, ostruzionismo, danneggiamenti o distruzioni. Può essere finalizzato anche a turbare il normale svolgimento del lavoro all'interno di un'azienda, come atto di rappresaglia contro il datore di lavoro, attraverso il danneggiamento o la distruzione dei mezzi e dei locali destinati alla produzione e, per estensione, in ambito bellico, si intende ogni azione volta a recare danno a mezzi e impianti o intralciare la gestione delle attività del nemico.[1][2]

Per estensione si intende ogni azione volta a ostacolare o ritardare la realizzazione di un progetto o l'effettuazione di un’attività e in tal modo potrebbe avvicinarsi al significato di ostruzionismo. Il nome proviene dalla rivoluzione industriale, quando i tessitori licenziati danneggiavano i telai a vapore, gettando negli ingranaggi i loro zoccoli di legno (sabots in lingua francese).

Stencil pro-sabotaggio

In guerra la parola è usata per descrivere l'attività di un individuo o di un gruppo, in particolar modo quando le azioni portano alla distruzione o il danneggiamento di infrastrutture produttive o vitali come armamenti, fabbriche, dighe, servizi pubblici o magazzini. A differenza degli atti di terrorismo, le azioni di sabotaggio non hanno come primario obiettivo il maggior numero di morti, ma non lo escludono.

  1. ^ Sabotaggio, su Dizionari Garzanti linguistica, http://www.garzantilinguistica.it/.
  2. ^ Sabotàggio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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