Satelliti naturali di Saturno

Saturno, i suoi anelli e le principali lune ghiacciate, da Mimas a Rea
Immagini di alcune lune di Saturno. Da sinistra a destra: Mimas, Encelado, Teti, Dione, Rea, Titano sullo sfondo, Giapeto (in alto) e, con forma irregolare, Iperione (in basso). Sono mostrate anche alcune lune piccole. Tutto in scala.

I satelliti naturali di Saturno sono numerosi, con dimensioni che vanno da piccole lune di meno di 1 km fino all'enorme Titano, più grande del pianeta Mercurio. Saturno ha 146 satelliti naturali con orbite confermate, 64 dei quali hanno un nome proprio e solo 13 con un diametro maggiore di 50 chilometri, gli ultimi satelliti naturali scoperti hanno tutti un diametro di circa km e 17 di questi hanno un moto retrogrado, ovvero orbitano in senso opposto rispetto alla rotazione del pianeta sul proprio asse.[1][2][3] Saturno, il pianeta con densi anelli con propri moti orbitali complessi, ha sette lune di dimensioni sufficientemente grandi da determinare una forma ellissoidale (anche se solo due, Titano e Rea, sono attualmente in equilibrio idrostatico). Tra le lune di Saturno particolarmente degne di nota vi sono Titano, la seconda luna più grande del sistema solare, con una ricca atmosfera di azoto e un paesaggio con laghi di idrocarburi e reti fluviali secche,[4] ed Encelado, che emette getti di gas e polvere, e che potrebbe contenere acqua liquida nel sottosuolo della regione del suo polo sud.[5]

Ventiquattro delle lune di Saturno sono satelliti regolari; hanno orbite con moto diretto poco inclinate rispetto al piano equatoriale di Saturno.[6] Esse comprendono i sette satelliti principali, quattro piccole lune collocate in un'orbita troiana con lune più grandi, due lune reciprocamente co-orbitali e due lune che fungono da pastori dell'anello F. Altri due satelliti regolari orbitano tra le lacune negli anelli di Saturno. Iperione, relativamente grande, è bloccata in risonanza orbitale con Titano. Le restanti lune regolari orbitano vicino al bordo esterno dell'anello A, all'interno dell'anello G e tra le lune maggiori Mimas e Encelado. I satelliti regolari hanno avuto il loro nome dai Titani o da altre figure associate alla mitologia di Saturno.

Le altre 38 lune, tutte piccole tranne una, sono satelliti irregolari le cui orbite, fortemente inclinate e con moto diretto o retrogrado, sono molto più lontane da Saturno. Queste lune sono probabilmente pianeti minori catturati, oppure detriti dalla disintegrazione di pianeti minori dopo essere stati catturati, con formazione di famiglie collisionali. In base alle loro caratteristiche orbitali, i satelliti irregolari sono stati classificati nei gruppi Inuit, Nordico, e Gallico; i loro nomi sono stati scelti dalle relative mitologie. La più grande delle lune irregolari è Febe, la nona luna di Saturno, scoperta verso la fine del XIX secolo.

Gli anelli di Saturno sono composti da oggetti di dimensioni che variano da microscopiche a centinaia di metri, ciascuno nella propria orbita attorno al pianeta. Pertanto, non può essere assegnato a Saturno un numero preciso di lune, in quanto non vi è un confine netto tra gli innumerevoli piccoli oggetti anonimi che popolano il sistema di anelli di Saturno e gli oggetti più grandi che sono stati designati come lune. Oltre 150 piccole lune immerse negli anelli sono state identificate dalle perturbazioni che creano nel materiale degli anelli circostanti, anche se esse rappresentano solo un piccolo campione della popolazione totale di questi oggetti.[7]

  1. ^ Solar System Exploration Planets Saturn: Moons: S/2009 S1, su ssd.jpl.nasa.gov, NASA. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  2. ^ Sheppard, Scott S., The Giant Planet Satellite and Moon Page, su dtm.ciw.edu, Departament of Terrestrial Magnetism at Carniege Institution for science. URL consultato il 28 agosto 2008.
  3. ^ Porco, C. and the Cassini Imaging Team, S/2009 S1, in IAU Circular, vol. 9091, 2 novembre 2009. URL consultato il 9 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2011).
  4. ^ (EN) Titan: Facts About Saturn's Largest Moon, su space.com.
  5. ^ (EN) Solar System Exploration: Planets: Saturn: Moons: Enceladus: Overview, su solarsystem.nasa.gov. URL consultato il 9 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2013).
  6. ^ (EN) Moons, su abyss.uoregon.edu.
  7. ^ Matthew S. Tiscareno, J.A Burns, M.M Hedman e C.C Porco, The population of propellers in Saturn's A Ring, in Astronomical Journal, vol. 135, n. 3, 2008, pp. 1083–1091, DOI:10.1088/0004-6256/135/3/1083, arXiv:0710.4547.

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