Sea Dogs

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Sea Dogs
La sconfitta dell'Invincibile Armada di Loutherbourg (1796), battaglia nella quale i Sea Dogs giocarono un ruolo fondamentale
Descrizione generale
Attiva1560-1604
NazioneBandiera dell'Inghilterra Regno d'Inghilterra
ServizioRoyal Navy
RuoloCorsari
Battaglie/guerreBattaglia di San Juan de Ulúa (1568)
Rivolte dei Desmond
Guerra anglo-spagnola (1585-1604)
Comandanti
Degni di notaSir John Hawkins (anni 1560)
Sir Francis Drake (anni 1580)
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John Hawkins, comandante dei Sea Dog negli anni 1560.
Francis Drake, ritratto da Marcus Gheeraerts il Giovane.

I Sea Dogs ("Cani del Mare"), anche noti come Corsari elisabettiani, erano i corsari della regina Elisabetta I d'Inghilterra, dediti alla pirateria (principalmente in chiave anti-spagnola) e alla tratta degli schiavi.[1]

I Sea Dogs erano essenzialmente un gruppo della Royal Navy autorizzato da Elisabetta ad attaccare la flotta spagnola e saccheggiarne le navi per riportare in madrepatria ricchezze e tesori. Ogni Sea Dog era latore d'una lettera di corsa della sovrana che rendeva legale il saccheggio delle navi spagnole ai sensi della legge inglese nonostante una guerra tra Regno d'Inghilterra e Regno di Spagna non fosse ancora stata dichiarata[2]. Il gruppo venne istituito negli anni '60 del XVI secolo come risposta al crescente potere marittimo delle potenze ispaniche e si rivelò un successo: pur con un numero ridotto di navi e di uomini, se paragonato alla vastità delle flotte spagnole (e portoghesi dopo la c.d. "Unione iberica"), i Sea Dogs portarono grandi benefici al governo elisabettiano, venendo poi efficacemente utilizzati durante la guerra anglo-spagnola (1585-1604), giocando un ruolo di primo piano nella sconfitta della c.d. "Invincibile Armata"[3].

Firmata la pace con la Spagna nel 1604, l'Inghilterra, ormai retta da Giacomo Stuart, licenziò i Sea Dogs. Molti capitani, a questo punto, risolsero di rivendersi come pirati al soldo degli Stati barbareschi, continuando ad operare nei Caraibi o nel Mar Mediterraneo (v. Pirateria anglo-turca)[4][5][6][7].

  1. ^ Rasor EL, English/British naval history to 1815: a guide to the literature, p. 247.
  2. ^ Konstam 2000.
  3. ^ Carla Pestana, The English Atlantic in an Age of Revolution, 1640–1661, Cambridge, MA, Harvard University Press, 2004, p. 180, ISBN 978-0-674-02412-0.
  4. ^ United States history to 1877 Nelson Klose, Robert F. Jones p. 17
  5. ^ McCabe IB (2008), Orientalism in early Modern France, Berg, ISBN 978-1-84520-374-0, p. 86.
  6. ^ Davis GM (1912), Anglo-Turkish piracy in the reign of James I, Stanford University Press
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Harris

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