Shulchan Arukh

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Shulchan Arukh
Titolo originaleשולחן ערוך
Frontespizio dello Shulchan Aruch, pubblicato a Venezia nel 1574
AutoreJoseph ben Ephraim Karo
1ª ed. originale1565
1ª ed. italiana1574
Generesaggio
Sottogeneregiurisprudenza
Lingua originaleebraico
SerieCodice di Legge ebraica
Preceduto daBeth Yosef (in ebraico בית יוסף?)
Seguito daKesef Mishneh (ebraico: כסף משנה)

Lo Shulchan Arukh (in ebraico: שולחן ערוך, tavola apparecchiata)[1] è un testo normativo e ritualistico ebraico redatto a Safad (Israele) da Rabbi Joseph ben Ephraim Karo (anche Yosef Caro, o Qaro) nel XVI secolo (1563 circa) e pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1565,[2] contenente le norme rituali e comportamentali ebraiche.

Noto anche come "Codice di Legge Ebraica", è la più autorevole codificazione di leggi dell'ebraismo. Nato come riassunto delle disposizioni talmudiche, viste anche alla luce del tempo trascorso dalla chiusura del Talmud e degli studi dei grandi rishonim quali Mosè Maimonide il Rosh ed il RIF, è diventato esso stesso, nel corso dei secoli, oggetto di esegesi, specie in funzione delle mutate condizioni sociali e politiche.

Esso, insieme a tutta la letteratura Halachica che ne è derivata, rappresenta il testo fondamentale liturgico e giuridico dell'ebraismo ortodosso.

Le sentenze e decisioni halachiche dello Shulchan Aruch seguono generalmente leggi e tradizioni sefardite mentre gli ebrei ashkenaziti generalmente seguono le sentenze halachiche di Moshe Isserles, le cui glosse allo Shulchan Aruch notano dove le usanze sefardite e ashkenazite differiscono. Queste glosse sono generalmente note come mappah (letteralmente: la "tovaglia") per la "tavola apparecchiata" dello Shulchan Aruch. Quasi tutte le edizioni pubblicate dello Shulchan Aruch includono queste glosse e il termine "Shulchan Aruch" ha finito per indicare entrambe le opere, sia quella di Karo che quella di Isserles: a Karo solitamente ci riferisce con "il mechaber" ("autore") e a Isserles come "il Rema".

  1. ^ Scritto in diverse ortografie, tra cui Shulhan Aruch, Shulhan Arukh, Shulkhan Aruch e più comunemente Shulchan Aruch.
  2. ^ Codex Judaica, Mattis Kantor 2005.

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