Sol Invictus

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Sol Invictus
Tiporeligiosa
DataSolstizio d'inverno ma fu celebrato anche in altre date[1]
Celebrata inImpero romano
ReligioneReligione romana
Oggetto della ricorrenzaNascita del Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto")
Ricorrenze correlateSaturnalia
Altri nomiDies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto")

Sol Invictus ("Sole invitto", ovvero "Sole mai sconfitto") o, per esteso, Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo religioso usato per diverse divinità nel Tardo Impero romano, quali Helios, El-Gabal, Mitra e Apollo, che finirono per essere fra loro assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all'interno di un monoteismo "solare"[2][3].

Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato" - l'etimologia e il significato del termine indiges sono dubbie), il titolo Deus Sol Invictus fu formato per analogia con la titolatura imperiale Pius, Felix, Invictus (Devoto, Fortunato, Invitto).

  1. ^ Secondo vari autori la festa del Sol Invictus non fu sempre celebrata in dicembre, ma anche in altri periodi dell'anno, come il mese di ottobre (Cfr. M. R. Salzman, New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221) o il 19 dicembre (Cfr. Lucio De Giovanni, Costantino e il mondo pagano: studi di politica e legislazione, M. D'Auria Editore, 1989). Va anche considerato che, secondo Gaston H. Halsberghe, Aureliano riformò un culto, quello del dio Sol Invictus, che aveva perso seguito tra i fedeli negli anni precedenti, e lo fece per unificare l'impero e rinnovare i legami con l'autorità centrale dopo le varie guerre e i vari imperatori succedutisi rapidamente. Compì quindi non solo una riforma religiosa ma anche una vera e propria riforma amministrativa: «La Cristianità era infatti in pieno sviluppo -scrive Halsberghe- e i culti orientali avevano scosso la fede nelle antiche divinità romane e le aveva derubate della loro capacità di sostenere la devozione». Per Halsberghe quindi, in un periodo storico in cui l'aspirazione religiosa conduceva verso il monoteismo, il nuovo culto del Sol Invictus suggellò gli sforzi di Aureliano per stabilire la centralizzazione e il coordinamento dell'impero: «Lo Stato romano era tornato a essere uno, ma aveva un leader, l'imperatore, e un unico dio per proteggerlo, il dio Sol Invictus». Il dio Sole fu lo strumento con il quale Aureliano si identificò nella divinità, e con il quale rafforzò la sua autorità. La conseguenza immediata del monoteismo del Sole, dice ancora Halsberghe, «è stata così l'unità religiosa dell'impero e la divinizzazione dell'Imperatore nella sua persona». Cfr.: Gaston H. Halsberghe, The Cult of Sol Invictus, Brill Archive, 1972, pp. 130-157
  2. ^ Cfr. a titolo esemplificativo Giovanni Filoramo, Che cos'è la religione, Torino, Einaudi, 2004, p.190.
  3. ^ Per una disamina più approfondita sul "monoteismo solare" cfr., ad esempio, il capitolo VIII, Monoteismo solare, in Storia della religiosità greca di Wilhelm Nestle tradotto in lingua italiana dalla Nuova Italia di Firenze nel 1973.

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