Storia economica dell'Italia preunitaria

La storia economica dell'Italia preunitaria percorre i cambiamenti economici e sociali del territorio italiano dall'epoca romana fino all'unità d'Italia (1860).

Firenze, Piazza del Mercato Vecchio (1555), affresco di Giovanni Stradano, Palazzo Vecchio, Sala di Gualdrada.

In epoca Romana, la penisola italiana ebbe una densità demografica ed una floridezza economica più elevate rispetto al resto dell'Europa e del bacino del mediterraneo, specie durante i secoli I e II. A partire dal III secolo d.C., l'impero Romano si avviò al declino. e così il territorio italiano e le sue città.

Durante l'alto medioevo (secoli VII-IX) l'economia era depressa, di semi-sussistenza, e gravitava attorno ai centri feudali. A partire dal X secolo, la popolazione e l'economia italiane cominciarono nuovamente a crescere, assieme ai centri urbani. Si svilupparono col tempo estese reti commerciali che legavano i centri italiani ad un bacino di relazioni dall'Asia all'Europa settentrionale. Questi centri di attività manifatturiere, finanziarie, mercantili e culturali resero l'economia italiana più prospera degli altri paesi europei.

L'arrivo della peste nera alla metà del 1300 decimò la popolazione, ma fu presto seguita da una rinascita economica. Questa crescita produsse una florida economia rinascimentale, avanzata rispetto agli paesi europei. I settori di punta del territorio italiano erano il tessile (lavorati di lana e seta, ampiamente esportati), i servizi bancari e i trasporti marittimi

Nel corso del 1600 il sistema economico si indebolì e le imprese legate ai maggiori centri urbani declinarono. Olanda, Inghilterra e Francia assunsero un ruolo economico prominente in Europa e l'Italia perse la posizione dominante nelle esportazioni tessili, nelle intermediazioni finanziarie e nei trasporti marittimi. La stagnazione avviò una frantumazione delle relazioni economiche nell'area italiana.

Prodotto interno lordo (PIL) reale del territorio italiano per abitante durante il periodo 1310-2018. Nel lungo periodo, la ricchezza media degli italiani è rimasta pressoché costante fino alla rivoluzione industriale della fine del 1800. I cicli economici che si sono succeduti nel corso di molti secoli precedenti, con fasi di crescita e di crisi, non hanno prodotto un significativo cambiamento economico (in termini di PIL per abitante).[1]

Tra il Settecento e la metà dell'Ottocento, l'Italia rimase suddivisa in piccoli stati, molti dei quali sotto dominazione straniera: questo contesto non favorì la crescita e la competitività economiche e commerciali dell'area italiana. Tuttavia, alcuni stati italiani avviarono importanti riforme economiche che avrebbero avuto implicazioni di lungo termine. Si cominciarono a manifestare chiare differenze socio-economiche tra il nord ed il sud.


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