Strage dell'Italicus

Strage dell'Italicus
attentato
Il treno Italicus dilaniato dall'esplosione
TipoAttentato dinamitardo
Data4 agosto 1974
01:23 (UTC+2)
LuogoGrande galleria dell'Appennino
InfrastrutturaFerrovia Bologna-Firenze
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Emilia-Romagna
ComuneSan Benedetto Val di Sambro
Coordinate44°12′58.99″N 11°11′21.27″E
ArmaBomba
ObiettivoTreno espresso Roma-Brennero
Responsabiliignoti appartenenti a Ordine Nero
Motivazione
Conseguenze
Morti12
Feriti48
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Emilia-Romagna
Luogo dell'evento
Luogo dell'evento

La strage dell'Italicus fu un attentato terroristico neofascista di tipo dinamitardo compiuto nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 sul treno Italicus, mentre questo transitava presso San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Nell'attentato morirono 12 persone.

È considerato uno dei più gravi attentati verificatisi negli anni di piombo, commesso da gruppi neofascisti e di estrema destra come anche la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 , la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e la strage di Bologna del 2 agosto 1980. Per la strage dell'Italicus, come per le altre stragi, furono incriminati come esecutori diversi esponenti del neofascismo italiano, ma l'iter processuale si è concluso con l'assoluzione degli imputati.

L'attentato si colloca nella fase finale della strategia stragista portata avanti dall'estrema destra, con l'intento di destabilizzare il paese e favorire un intervento dei militari:

«In primavera, nel momento di maggiore tensione, iniziò una serie di attentati terroristici, via via sempre più gravi, rivendicati da Ordine Nero. In Toscana, il 21 aprile, si ebbe l’attentato di Vaiano, primo attacco alla linea Ferroviaria Firenze-Bologna. Seguì a Brescia la gravissima strage di Piazza della Loggia, poi a Pian del Rascino la sparatoria cui perse la vita Giancarlo Esposti, il quale – secondo quanto Sergio Calore avrebbe appreso dal Signorelli, dal Concutelli e dal Fachini era in procinto di recarsi a Roma per attentare alla vita del presidente della Repubblica, colpendolo spettacolarmente a fucilate durante la parata del 2 giugno.

Può pensarsi che ognuno di questi fatti fosse fine a se stesso? Gli elementi raccolti consentono di dare una risposta decisamente negativa. Gli attentati erano tutti in funzione di un colpo di stato previsto per la primavera-estate ’74, con l’intervento «normalizzatore» di militari in una situazione di tensione portata ai grandi estremi. E valga il vero.

Sergio Calore, nell’interrogatorio del 28 maggio 1985 al giudice istruttore di Bologna, riferisce che il Signorelli dall’autunno ’73 gli aveva parlato di un colpo di stato che avrebbe dovuto aver luogo nella primavera-estate ’74 con l’appoggio di ufficiali «nazionalsocialisti» di stanza nel settore del Nordest»

A tale strategia, come accertato dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi, se ne sovrapponevano altre che miravano a usare politicamente la paura del golpe.

Stando a quanto affermato nel 2004 dalla figlia Maria Fida, Aldo Moro, all'epoca Ministro degli Esteri, si sarebbe dovuto trovare a bordo del treno, ma pochi minuti prima della partenza venne raggiunto da alcuni funzionari del Ministero che lo fecero scendere per firmare alcuni documenti.[1][2][3][4]

  1. ^ Fasanella, Grippo, p. 114.
  2. ^ Moro.
  3. ^ La figlia di Moro: mio padre scese dall'Italicus prima della partenza [collegamento interrotto], in Corriere della Sera, 20 aprile 2004, p. 18. URL consultato il 5 marzo 2020.
  4. ^ «Moro salì sull'Italicus ma fu fatto scendere», su Corriere della Sera.it, 19 aprile 2004. URL consultato il 3 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2022).

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