Strage di piazza Fontana

Strage di piazza Fontana
attentato
L'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura dopo l'attentato
TipoAttentato dinamitardo
Data12 dicembre 1969
16:37 (UTC+1)
LuogoPiazza Fontana, Milano
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate45°27′47.89″N 9°11′38.74″E
ObiettivoSede della Banca Nazionale dell'Agricoltura
ResponsabiliOrdine Nuovo
(Carlo Digilio[1][2][3], in concorso con ignoti e altri del medesimo gruppo[2][4][5][6])
Motivazione
Conseguenze
Morti17
Feriti88
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Milano
Luogo dell'evento
Luogo dell'evento

La strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura che causò 17 morti e 88 feriti. È considerata «la madre di tutte le stragi»[7][8][9], il «primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra»[10], «il momento più incandescente della strategia della tensione»[7] e da alcuni è ritenuta l'inizio del periodo passato alla storia in Italia come anni di piombo[11], ma è da ritenersi apice di azioni precedenti come gli attentati alla Fiera Campionaria di Milano nell'aprile 1969 e i falliti attentati coevi in piazza Scala e a Roma. La gravità dell'attentato e gli attentati che seguirono negli anni a venire lo resero un evento spartiacque nella storia della Repubblica, tanto da parlare di un prima e dopo piazza Fontana[12].

Quello di piazza Fontana fu uno dei cinque attentati avvenuti in un lasso di tempo di appena 53 minuti e che colpirono contemporaneamente Roma e Milano, le due maggiori città d'Italia. A Roma ci furono tre attentati che provocarono 16 feriti, uno alla Banca Nazionale del Lavoro in via San Basilio, uno in piazza Venezia e un altro all'Altare della Patria[13]; a Milano, una seconda bomba venne ritrovata inesplosa in piazza della Scala. Oltre a quelli menzionati, obiettivi degli attentati furono diversi edifici giudiziari a Torino, la Corte di Cassazione e la Procura Generale a Roma e il Tribunale di Milano, dove però, a causa di difetti tecnici, i dispositivi non esplosero.[14]

La strage della Banca dell'Agricoltura non fu la più atroce tra quelle che hanno insanguinato l'Italia, ma diede avvio al periodo stragista della "strategia della tensione"[12], che vide realizzarsi numerosi attentati, come la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (8 morti), la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e la più sanguinosa strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).

Le lunghe, e innumerevoli indagini hanno rivelato che la strage fu compiuta da terroristi dell'estrema destra, probabilmente collegati a settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato con complicità e legami internazionali,[15][16][17] i quali però non sono mai stati perseguiti[9]. Nel giugno 2005 la Corte di Cassazione stabilì che la strage fu opera di «un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine nuovo» e «capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura»[18], non più perseguibili in quanto precedentemente assolti con giudizio definitivo (ne bis in idem) dalla Corte d'assise d'appello di Bari[19][20] nel 1987[21]; non è mai stata emessa una sentenza per gli esecutori materiali, coloro che cioè portarono la valigia con la bomba, che restano ignoti.[22][23] A causa del ricorso al segreto di Stato durante le indagini, la storia giudiziaria della strage di Piazza Fontana rappresenta sul versante terrorismo quello che il golpe Borghese rappresenta sul versante dell'eversione[16].

  1. ^ Reo confesso di aver partecipato come costruttore di esplosivi, collaboratore di giustizia e condannato ma con pena prescritta; dopo la condanna in primo grado non ha fatto ricorso, quindi la sentenza è divenuta definitiva; indicato anche come colpevole nella sentenza del 2005, è deceduto in seguito per cause naturali. «Il fatto che, a distanza di oltre quaranta anni da quel tragico 12 dicembre 1969, e dopo la celebrazione di vari processi, la strage di piazza Fontana, non abbia visto alcun colpevole punito non può che determinare una generale insoddisfazione, sia sul piano giuridico che su quello sociale. Si tratta di uno stato d'animo e di un rilievo non certo attenuati dal fatto che Carlo Digilio (neofascista di Ordine Nuovo, ndr) sia stato riconosciuto in via definitiva colpevole della strage [...]. Per quanto riguarda Digilio, in particolare, egli è stato condannato in primo grado, ma gli sono state concesse le circostanze attenuanti generiche per la collaborazione prestata e, dunque è stata dichiarata in sentenza l'estinzione dei reati contestatigli a seguito di intervenuta prescrizione: Tale sentenza n°15/2001 del 30 giugno 2001 della II corte d'Assise di Milano, non è stata impugnata dal Digilio ed è quindi diventata definitiva, sicché–si può dire–la sua responsabilità è stata accertata.» (Dichiarazione del GIP di Milano Fabrizio D'Arcangelo a il Fatto Quotidiano).
  2. ^ a b Strage piazza Fontana, archiviate ultime inchieste: 'No a indagini all'infinito', in il Fatto Quotidiano.it, 30 settembre 2013. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato il 27 dicembre 2014).
  3. ^ La verità su Piazza Fontana, in Focus, 12 dicembre 2013. URL consultato il 20 ottobre 2015 (archiviato il 3 settembre 2014).
  4. ^ Miriam Cuccu, Strage di Piazza Fontana: buchi neri ma nessun colpevole, su antimafiaduemila.com, antimafiaduemila.com, 1º ottobre 2013. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2014).
  5. ^ Alessandro Marzo Magno, La Cassazione disse: "Il colpevole è lui, assolvetelo", su linkiesta.it, linkiesta.it, 10 marzo 2012. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2015).
  6. ^ Guido Salvini, Piazza Fontana: non solo giustizia negata, in ANPI oggi, 24 novembre 2005. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2014).
  7. ^ a b Rita Di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi Editore, 6 dicembre 2012, ISBN 978-88-6411-880-2. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2018).
  8. ^ La Storia d'Italia di Indro Montanelli – 10 – Piazza Fontana e dintorni, su dailymotion.com. URL consultato il 20 novembre 2015 (archiviato il 21 novembre 2015).
  9. ^ a b Piero Colaprico, Piazza Fontana 12 dicembre '69: la madre di tutte le stragi, in Repubblica.it, 10 dicembre 2014. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 13 dicembre 2014).
  10. ^ Marco Fossati, Terrorismo e terroristi, B. Mondadori, 2003, ISBN 978-88-424-9500-0. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2018).
  11. ^ Montanelli e Cervi, 1991. Avvertenza pag. 14.
  12. ^ a b Montanelli e Cervi, 1991. Piazza Fontana e dintorni pag. 172.
  13. ^ Zavoli, 1994. La bomba a Piazza Fontana: anarchica o nera? O di chi altro? Depistaggi e inquinamenti pag. 109.
  14. ^ Franco Ferraresi, Minacce alla democrazia: La Destra radicale e la strategia della tensione in Italia nel dopoguerra, Feltrinelli, 1995, p. 184.
  15. ^ "Strategia della Tensione" in Treccani
  16. ^ a b Benito Li Vigni, Stragi: da Ustica a Bologna, le verità nascoste, Sovera Edizioni, 30 ottobre 2014, ISBN 978-88-6652-264-5. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2018).
  17. ^ Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, La strage: Piazza Fontana : verità e memoria, Feltrinelli Editore, 1999, ISBN 978-88-07-81515-7. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2018).
    «Il colpo di stato abortito del 12 dicembre 1969 è il primo tentativo di una vasta congiura ordita da politici e militari atlantisti che, pur andando dall'estrema destra più fascista ai socialisti saragattiani, sono tutti animati da comune e fanatico anticomunismo. L'origine di questa congiura si inscrive nella collaborazione avviata a metà degli anni sessanta tra fascisti e Servizi segreti (in particolare dopo il convegno dell'Istituto "Alberto Pollio" all'hotel Parco dei Principi a Roma del maggio 1965).»
  18. ^ Giusi Fasano, La fine di Ventura, uomo dei misteri di piazza Fontana, su Corriere della Sera, 4 agosto 2010. URL consultato il 24 maggio 2020 (archiviato il 28 agosto 2016).
  19. ^ Candida Morvillo e Bruno Vespa, La signora dei segreti (VINTAGE), Rizzoli, 31 marzo 2016, ISBN 978-88-586-8428-3. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2018).
  20. ^ Tg3 - Piazza Fontana: 45 anni fa la strage, in Tg3. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2018).
  21. ^ Paolo Biondani, «Freda e Ventura erano colpevoli», in Corriere della Sera, 11 giugno 2005. URL consultato il 29 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2009).
  22. ^ Strage di piazza Fontana, Mattarella: “Matrice neofascista, apparati deviati complici. Ma verità ancora da perseguire”, in il Fatto Quotidiano, 12 dicembre 2017. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato il 13 dicembre 2017).
  23. ^ Sentenze sulla strage di piazza Fontana, su fontitaliarepubblicana.it, fontitaliarepubblicana.it. URL consultato il 5 dicembre 2014 (archiviato il 26 dicembre 2014).

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