Swift Gamma Ray Burst Explorer

Explorer 84 - Swift
Emblema missione
Immagine del veicolo
Dati della missione
OperatoreNASA
NSSDC ID2004-047A
SCN28485
Esitoin orbita
Vettorerazzo Delta II
Lancio20 novembre 2004, 17:16:00 UTC da Cape Canaveral
Luogo lancioComplesso di lancio 17
Proprietà del veicolo spaziale
Potenza1040 W
Massa1470 kg
Strumentazione3 telescopi
Parametri orbitali
Orbitaorbita polare
Sito ufficiale
Programma Explorer
Missione precedenteMissione successiva
GALEX THEMIS

Lo Swift Gamma Ray Burst Explorer, citato sovente semplicemente come Swift ed a volte come Explorer-84, è un satellite artificiale messo in orbita dalla NASA nell'ambito del Programma Explorer e formalmente ribattezzato nel 2019 Neil Gehrels Swift Observatory[1]. È dedicato allo studio dei lampi gamma osservati da galassie lontane. Dopo IMAGE e WMAP, è la terza missione della serie NASA Medium Explorer (MIDEX).

Lanciato alle 17:16 UTC del 20 novembre 2004 dalla base di Cape Canaveral usando come vettore un razzo Delta II 7320-10C, è stato posizionato su un'orbita caratterizzata da un apogeo di 604 km, un perigeo di 585 km, un periodo di 96,6 minuti e un'inclinazione di 21°.[2] La durata della missione era stata inizialmente stabilita in due anni[3] ma, grazie ai successi scientifici, alle buone condizioni del satellite e degli strumenti, ed alla stabilità dell'orbita (sulla quale si stima Swift possa permanere fino ad oltre il 2025), la missione è stata successivamente prolungata più volte ed è ancora attiva.

La Senior Review 2014 della NASA ha proposto il prolungamento di Fermi al 2018, con un controllo intermedio nel 2016. Swift è risultata essere la missione con la maggior produttività scientifica rispetto al costo.

Contrariamente a quanto comunemente accade per i satelliti il nome non è un acronimo ma si rifà al nome inglese del rondone, uno degli uccelli dal volo più agile e veloce, ed è stato scelto per richiamare la rapidità di puntamento del satellite[4] garantita da un sistema giroscopico controllato da motori elettrici. Il satellite è frutto di una collaborazione tra la statunitense NASA, l'italiana ASI e il PPARC (Particle Physics and Astronomy Research Council) (a cui sono subentrati l'Agenzia Spaziale Britannica ed il Science & Technology Facilities Council). Il centro operativo della missione è gestito dalla Pennsylvania State University, la principale base terrestre è il Centro spaziale Luigi Broglio a Malindi, in Kenya, mentre l'archiviazione dei dati è svolta al Goddard Space Flight Center (copie dell'archivio sono mantenute anche dall'ASI e dall'Università di Leicester). L'ASI e l'Osservatorio astronomico di Brera hanno contribuito anche alla strumentazione.

Uno degli aspetti innovativi della missione Swift è che tutti i dati raccolti sono resi disponibili alla comunità scientifica entro poche ore dalla loro ricezione a Terra. Dopo un primo processamento infatti, chiunque può scaricare i dati attraverso Internet ed analizzarli con un pacchetto software distribuito gratuitamente. Addirittura è possibile svolgere delle analisi preliminari dei dati online attraverso strumenti web.


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