Tarocchi

Tarocchi
I giocatori di Tarocchi, affresco in una sala di Palazzo Borromeo, anni quaranta del XV secolo
TipoGioco di carte
Luogo origineItalia
Data origineXV secolo
Regole
Mazzomazzo di 78 carte (56 carte di seme italiano o francese più 21 trionfi e 1 matto)

I tarocchi sono un mazzo di carte da gioco, generalmente composto da 78 carte, la cui origine pare risalga alla metà del XV secolo nell'Italia settentrionale. I tarocchi si diffusero in varie parti d'Europa e raggiunsero il periodo di maggior diffusione tra il XVII e il XVIII secolo. Alla fine del XVIII secolo i tarocchi vennero associati alla cabala e ad altre tradizioni pseudomistiche, come quelle magico-religiose egiziane. I Tarocchi iniziano a chiamarsi Arcani e compaiono carte come le figure di sfingi e lettere ebraiche.[1]

Il tipico mazzo di tarocchi è composto da un mazzo di cinquantasei carte tradizionali a cui se ne aggiungono ventidue, dette Trionfi.[2] I Trionfi sono generalmente illustrati con figure umane, animali e mitologiche e sono numerati da 1 a 21 (più Il Matto, con numero zero o senza numero), spesso in numeri romani. Il mazzo di carte tradizionali è diviso in quattro semi di quattordici carte: dall'asso al dieci più quattro figure, dette anche "onori" o "carte di corte": Re, Regina, Cavaliere e Fante. Esistono varianti in cui il numero di carte è ridotto, per esempio il tarocchino bolognese o il tarocco siciliano, oppure aumentato, come nelle minchiate.

Nella terminologia introdotta dalle teorie esoteriche i Trionfi sono detti anche arcani maggiori, mentre le altre carte sono dette arcani minori Lo sviluppo di queste teorie fu avviato dal massone francese Antoine Court de Gébelin, che, riferendosi ai mitici Libri di Thot, fece risalire i tarocchi all'Antico Egitto. Questa corrente ebbe nuovo impulso nella metà dell'Ottocento con l'occultista Eliphas Lévi, che indicò la loro origine nella Cabala ebraica[3]. Negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento le dottrine esoteriche sui tarocchi furono fissate definitivamente dall'occultista francese Papus (pseudonimo di Gérard Encausse) e dallo svizzero Oswald Wirth in una serie di celebri opere ancora in auge[4]. Nei primi decenni del Novecento la "Scuola francese dei Tarocchi" cominciò ad essere soppiantata dalla "Scuola inglese", nata in seno all'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata.

  1. ^ I Tarocchi di Cecilia Gatto Trocchi, Tascabili Economici Newton, 1995 pp.100 . Come citato in Franco Ramaccini, I Tarocchi, su cicap.org, CICAP, 5 agosto 2002.
  2. ^ Dummett e McLeod, A History of games ..., pp. 2-3.
  3. ^ Decker e Dummett, A History of the Occult Tarot ..., Chapter I: International Innovation.
  4. ^ Giordano Berti, Storia dei Tarocchi, Oscar Mondadori, Milano 2007, pp. 100-137

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