Teatro romano di Ventimiglia

Teatro romano di Ventimiglia
Teatro romano di Ventimiglia
Civiltàciviltà romana
Stilearchitettura romana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneVentimiglia
Scavi
Data scoperta1877
ArcheologoGirolamo Rossi, Pietro Barocelli e Nino Lamboglia.
Amministrazione
Sito webnervia.cultura.gov.it/
Mappa di localizzazione
Map

Il teatro romano di Ventimiglia, o teatro di Albintimilium, risale alla fine del II secolo e all'inizio del III secolo d.C. e sorge al limite nord-occidentale dell'area cittadina, vicino alla necropoli. È certo che per erigerlo vennero demoliti edifici già esistenti come un tratto delle mura occidentali e parte della torre sud della Porta di Provenza. Venne scoperto superficialmente nel 1877 da Girolamo Rossi; continuò i lavori, rinvenendone circa i due terzi, la compagnia di Pietro Barocelli. Lo scavo fu terminato nei decenni successivi da Nino Lamboglia.

Il teatro misura 21 metri di diametro interno e poteva contenere un massimo di 4 o 5.000 persone (capienza più che doppia rispetto a quella che appare oggi): è uno dei più piccoli teatri romani conosciuti. La struttura ridotta ed essenziale suggerisce che in questo teatro venissero messi in scena spettacoli di varietà e mimi piuttosto che tragedie e commedie.
L'edificio somiglia agli altri teatri romani della Provenza sia per la pianta che per la muratura caratteristica: un opus certum, composto da corsi di piccoli blocchetti spaccati, intercalato da una doppia fila di mattoni. I gradini e le parti decorative sono in pietra della Turbie, la quale produce, per il suo colore bianco opaco, quasi l'effetto del marmo. Contrariamente all'uso comune, il teatro non venne costruito appoggiato al fianco di una collina ma per sostenere le gradinate furono eretti dei robusti muri a semicerchio, racchiudenti un terrapieno[1].

Il teatro venne abbandonato a partire dal IV secolo d.C. (circa un secolo dopo la sua costruzione) e ben presto venne spogliato e distrutto per far calce da destinare ad altre costruzioni. Le rovine subirono un progressivo interramento e successivamente divennero luogo di numerose sepolture[2].

  1. ^ Nino Lamboglia e Francisca Pallarés, Ventimiglia Romana, Bordighera, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 1985, p. 45.
  2. ^ M. Teresa Verda Scajola, Mete d'autore a Ventimiglia. Una città sullo scoglio del Mediterraneo, De Ferrari, 2009, p. 56, ISBN 8864050175.

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