Tesoro di Misurata

Il tesoro di Misurata è «il più grande ritrovamento monetale del mondo antico»[1]. La sua casuale scoperta, in Libia, risale al 1981, mentre la sua denominazione deriva dall'omonima località sulla costa libica, dove il cospicuo ripostiglio monetale fu nascosto nel IV secolo, all'interno di un edificio distrutto, e poi dimenticato, nella problematica temperie politica di un'epoca turbolenta per l'impero romano, a cavallo tra il III e IV secolo.

Il tesoro, conservato nel Museo archeologico nazionale di Leptis Magna, è stato restaurato e studiato in situ, con tecniche non distruttive, secondo specifici protocolli, da un'équipe italiana di studiosi dell'ITABC - Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sotto la guida di Salvatore Garraffo, direttore dell'Istituto. Al progetto partecipano anche l'IBAM-CNR (Istituto per il Beni Archeologici e Monumentali) di Lecce - Potenza - Catania, l'Istituto nazionale di fisica nucleare (con il LANDIS-Laboratori di analisi non distruttive dei Laboratori nazionali del sud), e i dipartimenti di chimica delle università di Catania e di Genova[1].

Presso l'ITABC è stato anche realizzato un database dei pezzi monetali, con immagini 2D e, in previsione, anche in 3D[2]: l'archivio, in fase di implementazione, copre 68.000 dei 108.000 pezzi del tesoro[2].


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