Tritone (astronomia)

Tritone
L'emisfero sud di Tritone, foto ottenuta combinando una dozzina di immagini del satellite ottenute dalla Voyager 2
Satellite diNettuno
Scoperta10 ottobre 1846
ScopritoriWilliam Lassell
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore354 760 km[1]
Circonf. orbitale2 229 000 km
Periodo orbitale−5,87685 giorni[1]
Inclinazione orbitale130,267°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Nettuno
157,345°[1]
Inclinazione rispetto
all'orbita di Nettuno
130,063°
Eccentricità0,000016[1]
Dati fisici
Diametro medio2706,8±1,8 km[1]
Superficie2,3×1013 m²
Volume1,0384×1019 m³
Massa
2,147×1022 kg[1]
Densità media2,05×103 kg/m³[1]
Acceleraz. di gravità in superficie0,78 m/s²
(0,0795 g)
Velocità di fuga1500 m/s
Periodo di rotazionerotazione sincrona
Inclinazione assiale
Temperatura
superficiale
  • 34,5 K (media)
Pressione atm.0,01 hPa
Albedo0,76
Dati osservativi
Magnitudine app.13,47
Magnitudine ass.−1,2

Tritone è il più grande satellite naturale di Nettuno, ed uno dei più massicci dell'intero sistema solare, precisamente il settimo, dopo Titano, la Luna e i quattro satelliti medicei di Giove. Scoperto nel 1846 dall'astronomo inglese William Lassell, diciassette giorni dopo la scoperta del pianeta, prende il nome dal figlio del dio del mare Poseidone della mitologia greca.

Tritone è l'unica grande luna che orbita attorno al proprio pianeta con moto retrogrado, ad una distanza media da Nettuno di circa 355000 km e in un periodo di poco inferiore ai sei giorni. Per la sua orbita retrograda e per la sua composizione, simile a quella di Plutone, si pensa che Tritone non si sia formato nei pressi di Nettuno ma che sia piuttosto un oggetto proveniente dalla Fascia di Kuiper.[2]

La sua superficie è composta in gran parte da azoto ghiacciato, la crosta e il mantello da acqua congelata e il nucleo, che costituisce i due terzi della massa totale, da rocce e metalli.[3] La superficie è relativamente giovane, in quanto è caratterizzato da un'attività geologica particolarmente intensa,[4] con numerosi geyser visibili che eruttano azoto e una tenue atmosfera che ha una pressione di 1/70 000 di quella terrestre.[5]

Tritone è stato sorvolato da un'unica sonda spaziale, la Voyager 2, nel 1989; i dati e le immagini inviate a terra hanno permesso di stimarne con precisione i parametri fisici e orbitali, di individuarne le principali formazioni geologiche e di studiarne la tenue atmosfera.

  1. ^ a b c d e f g Triton Fact Sheet, su nssdc.gsfc.nasa.gov, NASA.
  2. ^ (EN) Craig Agnor e Douglas Hamilton, Neptune's capture of its moon Triton in a binary–planet gravitational encounter, vol. 441, n. 7090, Nature, maggio 2006, pp. 192–194, DOI:10.1038/nature04792.
  3. ^ L. M. Prockter et al., A shear heating origin for ridges on Triton, in Geophysical Research Letters, vol. 32, n. 14, 2005, pp. L14202, DOI:10.1029/2005GL022832.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore EncycSolSys-Triton
  5. ^ (EN) Triton: Overview, su solarsystem.nasa.gov, NASA. URL consultato il 26 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2011).

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