Troia

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Troia
Localizzazione
StatoBandiera della Turchia Turchia
Dimensioni
Superficie1 580 000 
Amministrazione
Sito webmuze.gov.tr/muze-detay?sectionId=TRV01&distId=TRV
Mappa di localizzazione
Map
 Bene protetto dall'UNESCO
Sito archeologico di Troia
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (iii) (vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1998
Scheda UNESCO(EN) Archaeological Site of Troy
(FR) Site archéologique de Troie

Troia o Ilio (in greco antico: Τροία? o Ἴλιον, Īlĭŏn, o Ἴλιος, Īlĭŏs, e in latino Trōia o Īlium) è stata un'antica città dell'Asia Minore posta all'entrata dell'Ellesponto, su una collina di Hissarlik, nella moderna Turchia. Attualmente è un sito storico, chiamato Truva e popolato da un centinaio di abitanti.

Wilusa, termine presente in più parti negli archivi reali Ittiti, secondo una ricerca condotta da Frank Starke nel 1996, ormai universalmente accettata dal mondo accademico[1], da J. David Hawkins[2] nel 1998 e da WD Niemeier nel 1999[3] era il nome, nella lingua luvia/ittita propria degli abitanti dell'area, della città poi passata alla storia come Troia.

Fu teatro della guerra di Troia narrata nell'Iliade, che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal poeta epico Omero, a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell'Odissea. Dello stesso conflitto si canta in molti poemi epici greci, romani e anche medievali.

Altri poemi ellenici arcaici notevoli sulla guerra di Troia sono i Canti Cipri, le Etiopide, la Piccola Iliade, la Distruzione di Troia e i Ritorni. Il poema latino Eneide inizia descrivendo l'incendio finale della città. Un inserto poetico, la Troiae Alosis (Presa di Troia), è contenuto nella Pharsalia del poeta latino Marco Anneo Lucano.

Fu abitata fin dal principio del III millennio a.C.. Si trova ora nella provincia di Çanakkale in Turchia, presso lo stretto dei Dardanelli, tra il fiume Scamandro (o Xanthos) e il Simoenta e occupa una posizione strategica per l'accesso al Mar Nero. Nei suoi dintorni vi è la catena del monte Ida e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di Tenedo. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal Mar di Marmara al Mar Egeo e dove è solito soffiare un forte vento da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia[4].

Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte sulla collina di Hissarlik durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di archeologia Heinrich Schliemann, a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da Frank Calvert. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1998[5].

  1. ^ "Troia im Kontext des historisch-politischen und sprachlichen Umfeldes Kleinasiens im 2. Jahrtausend", in Studia Troica, n. 7, 1997, pp. 447-487.
  2. ^ "Tarkasnawa King of Mira: 'Tarkondemos', Bogazköy Sealings and Karabel", in AS -Anatolian Studies, n. 48, p. 23, fig. 11 (pp. 1-31).
  3. ^ R. Laffineur (a cura di), "Mycenaeans and Hittites in War in Western Asia Minor", in "Polemos: Le contexte guerrier en Égée à l'Âge du Bronze", Aegaeum, n. 19, Lieja y Austin, 1999, p. 143 (pp. 141-155).
  4. ^ Joaquim Latacz, Troya y Homero, p. 71.
  5. ^ (EN) Atto ufficiale dell'iscrizione del sito archeologico di Troia come patrimonio dell'umanità, su whc.unesco.org. URL consultato il 25 novembre 2014 (archiviato il 4 giugno 2011).

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